PARTIGIANI ITALIANI IN FRANCIA
(In 'Guerra di Liberazione', Edito a cura del Ministero dell'Italia occupata - gennaio 1945)
di G.E.
L'abisso artificiosamente scavato dal fascismo tra l'Italia e la Francia determinerà ancora e a lungo una situazione politica tesa fra le due nazioni ovvero sarà possibile superare rapidamente le conseguenze di una politica falsa e sciagurata? La risposta potrà essere data soltanto dal prossimo avvenire, ma noi possiamo fin d'ora essere certi che i due popoli sapranno di nuovo incontrarsi al di sopra degli errori, di cui sono colpevoli unicamente le vecchie classi dirigenti dei due paesi e la loro politica antinazionale e antieuropea.
Questa certezza ci è data non dalle indiscrezioni dei diplomatici o da trattative di governo, ma dai fatti gloriosi che hanno saputo compiere le avanguardie più combattive e più decise dei due popoli, lottando insieme nella guerra di liberazione contro il nazismo. L'avvenire dei rapporti fra Italia e Francia sta, in definitiva, nel contributo di sangue che gli italiani hanno saputo dare per la liberazione della Francia, riscattando il tradimento mussoliniano del giugno del '40. Fin da quando, al crollo del fascismo, si cominciarono a stabilire i primi contatti con i 'maquis' francese da parte dei nostri partigiani delle Alpi, ebbe inizio la nuova storia dei due popoli latini. Proprio su quelle Alpi, che il fascismo aveva ridotto a barriere di odio fra due popoli naturalmente fratelli, si è iniziata la nuova fratellanza tra le avanguardie popolari in lotta, vere rappresentanti delle masse semplici e profonde delle due nazioni, i cui interessi non avevano mai avuto nulla in comune con quelli dei rispettivi governi.
Le Alpi tornarono ad essere luogo di incontro per azioni di libertà, terreno di collegamento delle energie più schiette e generose delle due nazioni. Ma questa ripresa di fraternità d'armi, sintomo di una ripresa di più profonda e ampia fraternità, ha avuto i suoi frutti migliori e più ricchi proprio nelle giornate cruciali della nuova storia di Francia, nella fiammeggiante settimana d'agosto che ha segnato la liberazione di Parigi e di tutto il sud e il centro della grande nazione. Non tutti sanno quanto gli italiani hanno contribuito in quelle gloriose giornate in cui veniva finalmente a maturazione ed esplodeva la quadriennale esperienza di sofferenza e di lotte di tutto un popolo. Ma la storia di domani terrà conto dei combattimenti a Marsiglia, a Nizza, a Tolone e in tutto il dipartimento del Varo, a Tolosa, ad Arles, nel Lionese dove i gruppi di patrioti italiani inquadrati regolarmente nelle F.F.I. (NdC - Forces Françaises de l'Intérieur, unità militari guidate dal generale De Gaulle che affiancavano le unità partigiane francesi) combatterono accanitamente e per più giorni contro i nazisti in ritirata, contro fascisti e collaborazionisti che tentavano l'ultima resistenza. Il sangue italiano è scorso generoso nella conquista del Municipio di Marsiglia come nell'occupazione della casa del fascio e del consolato di Nizza, ad Antibes e Cannes, dove i nostri compatrioti venivano guidati alla lotta dal locale Comitato della Resistenza italiano. Erano veramente i rivendicatori dell'onore italiano e della tradizione di generosità del nostro popolo, quegli italiani che, al Ponte di Vivaux a Marsiglia, senza armi, facevano prigioniere le pattuglie tedesche, mentre tentavano di far saltare i piloni per arrestare la marcia delle truppe alleate. Era veramente espressione genuina del nostro popolo e dei sentimenti di solidarietà, che uniscono gli italiani a tutti i liberi popoli europei e al fraterno popolo francese, quel soldato italiano, Luigi Natali, che cadde in combattimento ad Arles per la liberazione del suolo di Francia. Due episodi scelti fra mille e che testimoniano la partecipazione piena degli italiani alla settimana di gloria e di liberazione della Francia.
Quella settimana ebbe il suo centro, il suo punto culminante nella liberazione di Parigi, dove gli italiani dettero la testimonianza più piena dei loro sentimenti e della loro volontà nuova. I nostri Comitati di Liberazione Nazionale, sempre in contatto con le organizzazioni patriottiche francesi, si collegarono con queste, nelle settimane della vigilia, sempre più strettamente. I nostri combattenti si inquadrarono in pieno nelle F.F.I., e in quelle giornate furono in prima linea accanto ai popolani e ai partigiani. Le barricate del 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8° e 9° arrondissement hanno visto scorrere sangue italiano. Nel 10° arrondissement gli italiani hanno collaborato alla conquista del Municipio. Nell'11° si distinsero nel feroce combattimento di Piazza della Repubblica e del faubourg du Temple e presero parte all'assalto della Camera dei Deputati, della Tuileries, dell'Opera e della stessa Kommandantur. Del pari, in tutti gli altri arrondissement, i nostri compatrioti lottarono accanitamente e subirono perdite considerevoli; e quando, allontanatosi il combattimento dal centro della città, la lotta si spostò nei sobborghi non per questo venne a cessare il contributo degli italiani, che non abbandonarono le loro posizioni di lotta fino a quando il nemico non fu posto definitivamente in fuga.
La brevità dello spazio ci impedisce di scendere nel dettaglio delle azioni compiute dai singoli gruppi di combattenti. Non abbiamo evidentemente potuto che dare un rapidissimo sguardo d'insieme che, come tale, non può non perdere la vividezza e la concretezza dei molteplici particolari in cui è frammentata la partecipazione dei nostri compatrioti alla liberazione della Francia; ma è evidente che, come il generale panorama testimonia una realtà di gloria, così ogni singolo particolare è ricco di gesti generosi, di episodi di valore popolano e italiano. Ed è appunto da questa cronaca del contributo italiano alla Francia che nasce in noi la sicurezza di una storia diversa dei rapporti fra le due nuove democrazie dell'occidente europeo.(@GM)
Le Alpi tornarono ad essere luogo di incontro per azioni di libertà, terreno di collegamento delle energie più schiette e generose delle due nazioni. Ma questa ripresa di fraternità d'armi, sintomo di una ripresa di più profonda e ampia fraternità, ha avuto i suoi frutti migliori e più ricchi proprio nelle giornate cruciali della nuova storia di Francia, nella fiammeggiante settimana d'agosto che ha segnato la liberazione di Parigi e di tutto il sud e il centro della grande nazione. Non tutti sanno quanto gli italiani hanno contribuito in quelle gloriose giornate in cui veniva finalmente a maturazione ed esplodeva la quadriennale esperienza di sofferenza e di lotte di tutto un popolo. Ma la storia di domani terrà conto dei combattimenti a Marsiglia, a Nizza, a Tolone e in tutto il dipartimento del Varo, a Tolosa, ad Arles, nel Lionese dove i gruppi di patrioti italiani inquadrati regolarmente nelle F.F.I. (NdC - Forces Françaises de l'Intérieur, unità militari guidate dal generale De Gaulle che affiancavano le unità partigiane francesi) combatterono accanitamente e per più giorni contro i nazisti in ritirata, contro fascisti e collaborazionisti che tentavano l'ultima resistenza. Il sangue italiano è scorso generoso nella conquista del Municipio di Marsiglia come nell'occupazione della casa del fascio e del consolato di Nizza, ad Antibes e Cannes, dove i nostri compatrioti venivano guidati alla lotta dal locale Comitato della Resistenza italiano. Erano veramente i rivendicatori dell'onore italiano e della tradizione di generosità del nostro popolo, quegli italiani che, al Ponte di Vivaux a Marsiglia, senza armi, facevano prigioniere le pattuglie tedesche, mentre tentavano di far saltare i piloni per arrestare la marcia delle truppe alleate. Era veramente espressione genuina del nostro popolo e dei sentimenti di solidarietà, che uniscono gli italiani a tutti i liberi popoli europei e al fraterno popolo francese, quel soldato italiano, Luigi Natali, che cadde in combattimento ad Arles per la liberazione del suolo di Francia. Due episodi scelti fra mille e che testimoniano la partecipazione piena degli italiani alla settimana di gloria e di liberazione della Francia.
Quella settimana ebbe il suo centro, il suo punto culminante nella liberazione di Parigi, dove gli italiani dettero la testimonianza più piena dei loro sentimenti e della loro volontà nuova. I nostri Comitati di Liberazione Nazionale, sempre in contatto con le organizzazioni patriottiche francesi, si collegarono con queste, nelle settimane della vigilia, sempre più strettamente. I nostri combattenti si inquadrarono in pieno nelle F.F.I., e in quelle giornate furono in prima linea accanto ai popolani e ai partigiani. Le barricate del 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8° e 9° arrondissement hanno visto scorrere sangue italiano. Nel 10° arrondissement gli italiani hanno collaborato alla conquista del Municipio. Nell'11° si distinsero nel feroce combattimento di Piazza della Repubblica e del faubourg du Temple e presero parte all'assalto della Camera dei Deputati, della Tuileries, dell'Opera e della stessa Kommandantur. Del pari, in tutti gli altri arrondissement, i nostri compatrioti lottarono accanitamente e subirono perdite considerevoli; e quando, allontanatosi il combattimento dal centro della città, la lotta si spostò nei sobborghi non per questo venne a cessare il contributo degli italiani, che non abbandonarono le loro posizioni di lotta fino a quando il nemico non fu posto definitivamente in fuga.
La brevità dello spazio ci impedisce di scendere nel dettaglio delle azioni compiute dai singoli gruppi di combattenti. Non abbiamo evidentemente potuto che dare un rapidissimo sguardo d'insieme che, come tale, non può non perdere la vividezza e la concretezza dei molteplici particolari in cui è frammentata la partecipazione dei nostri compatrioti alla liberazione della Francia; ma è evidente che, come il generale panorama testimonia una realtà di gloria, così ogni singolo particolare è ricco di gesti generosi, di episodi di valore popolano e italiano. Ed è appunto da questa cronaca del contributo italiano alla Francia che nasce in noi la sicurezza di una storia diversa dei rapporti fra le due nuove democrazie dell'occidente europeo.(@GM)
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