sabato 29 marzo 2014

L'EMPOWERMENT AUTOBIOGRAFICO: una nuova proposta formativa per gli operatori psico-sociali e socio-educativi



15 e 29 Maggio 2014: due giornate formative 
a Firenze presso l'Istituto degli Innocenti 
In tempi soggetti a continui restringimenti di risorse, la chiusura difensiva nelle proprie ristrette competenze professionali rappresenta un intrinseco fattore di debolezza.
Al contrario, uno sguardo aperto ai diversi possibili apporti interdisciplinari ed una costante promozione delle competenze delle persone -chiunque esse siano- a favore delle quali è richiesto il nostro intervento professionale, costituiscono indubbi punti di forza.
L’apporto autobiografico nelle professioni psico-sociali e socio-educative, che sarà esplorato ed esemplificato nel corso delle due giornate formative con una specifica attenzione alle sue declinazioni anzitutto individuali, ma anche interindividuali e gruppali, rappresenta un sicuro fattore di empowerment. Che consentirà di ‘navigare meglio nelle turbolenze’.


Percorso formativo

L’empowerment autobiografico 
nelle professioni psico-sociali e socio-educative

Destinatari
Psicologi, assistenti sociali, educatori, insegnanti

Finalità
Il corso intende promuovere le competenze diversificate degli operatori professionali partecipanti in un’ottica di empowerment, interdisciplinare e interprofessionale, con una specifica attenzione al metodo autobiografico.

Obiettivi
Il corso si prefigge i seguenti obiettivi:
·         Favorire l’acquisizione da parte dei partecipanti di alcuni strumenti significativi connessi al metodo autobiografico in un’ottica di empowerment.
·         Consentire un’evoluzione verso un professionista riflessivo attento alle dinamiche interindividuali e gruppali.
·         Valorizzare le competenze ‘educative naturali’ di tutti i soggetti coinvolti per promuovere  nuovi ciroli virtuosi negli ambiti psico-sociali e socio-educativi.

Articolazione e contenuti
Il corso è della durata di 12 ore suddivise in due giornate di 6 ore ciascuna, e sarà realizzato il 15 e il 29 maggio, di seguito il calendario di dettaglio

DATA
CONTENUTI
DOCENTE
ORARIO
15/05/2014
-          La sensibilità autobiografica e la scrittura come fattori centrali di empowerment
Giorgio Macario

10-13
-          L’attenzione autobiografica alle dinamiche individuali, interindividuali e gruppali
14-17
29/05/2014
-          Le competenze professionali per futuri sviluppi interdisciplinari e centralità del pensiero riflessivo
Giorgio Macario

10-13
-          La valorizzazione delle competenze ‘educative naturali’ per un maggiore protagonismo dei soggetti coinvolti e nuovi circoli virtuosi
14-17

Metodologia didattica
Verranno utilizzati diversi strumenti, fra cui: brevi scritture individuali, proposte esercitative e teorizzazioni derivanti dalle prassi, con finalità autoriflessive e autoformative.

Docenti
Giorgio Macario, formatore, psicologo e psico-sociologo

Iscrizioni
La quota di iscrizione al corso è di euro 180 + IVA. Le iscrizioni dovranno pervenire per posta a: Agenzia formativa dell' Istituto degli Innocenti, Segreteria Organizzativa, P.zza SS. Annunziata 12, 50122 Firenze o via fax al nr. 0552037207. La scheda di iscrizione è scaricabile dal sito www.formarsi.istitutodeglinnocenti.it

Informazioni
Agenzia formativa, Istituto degli Innocenti, tel. 055 2037273*255,
email formazione@istitutodeglinnocenti.it   sito web: http://www.formarsi.istititutodeglinnocenti.it

Scadenza iscrizioni 30 aprile 2014

lunedì 24 marzo 2014

Cosa accomuna "Maledetto il giorno che ti ho incontrato" (Film) e "La casa sopra i portici" (Libro)?





Copertina Verdone-2012



 

Dopo aver rivisto il vecchio film di Verdone  "Maledetto il giorno che ti ho incontrato" (1992), mi sono riguardato il suo libro autobiografico "La casa sopra i portici" (2012) che conferma la sua passione per Jimi Hendrix. E sono sempre più convinto che Carlo Verdone sia bravo, molto bravo.



Non a tutti è consentito abitare una casa lunga una vita, o quasi.
E fra questi sono pochissimi coloro che si cimentano a narrarne vicissitudini e quotidianità, frequentazioni e vissuti significativi.
Carlo Verdone è uno di loro e condivide con il lettore la nostalgia del mesto saluto all’abitazione che si spegne (“l’energia elettrica ormai staccata”, “i passi nel nulla”, “il mio film più importante e sofferto”) e una meticolosa ricostruzione retrospettiva di una casa viva e vissuta, la “casa dei rumori e degli odori”.
Una casa che dopo essere stata testimone, in particolare, della storia di vita infantile, adolescenziale e giovanile dell’autore, arricchita dagli affetti familiari ed attraversata da eminenti e spesso curiose personalità dello spettacolo, viene ‘lasciata’ di malavoglia ma con un tocco di estro realizzando un’ultima ripresa di tutti gli ambienti vivi e pulsanti nel ricordo, spogli e disadorni nel presente, azionando al contempo l’Ipod con la canzone ‘
Are you experienced’ di Jimi Hendrix.
Gli stessi ambienti, prima così vitali, si succedono e si rispecchiano nell’accompagnamento musicale:
il corridoio (If you can just get your mind togheter…);
lo studio del padre (But first, are you experienced?…);
la camera di Silvia e Luca (I know, I know, you probably scream and cry…);
la sala da pranzo (So, are you experienced?…);
la camera dell’autore (Trumpets and violins I can hear in distance…);
il salone e quindi il terrazzo (Not necessarily stoned but beautiful…).
Il film della vita di Carlo Verdone, “dolce e doloroso”.
Ma tutto ciò rappresenta solo la fine e l’inizio di 280 pagine di testo ed immagini che attraversano lo spazio ed il tempo con leggerezza.
Leggendole si comprenderà meglio il rapporto che lega l’autore alle “medicine per l’umore”; il ruolo centrale del campanello di casa nel discernere i diversi visitatori (decisi e un po’ invadenti personalità del calibro di
Pasolini, Germi, Zavattini, Rossellini, Lattuada; o più delicati, come Zeffirelli); le conversazioni telefoniche alle sette del mattino fra l’autore e Fellini che con l’andare degli anni appare sempre più smarrito; i timori verso Alberto Sordi che aveva la finestra di fronte alla camera dell’autore e quindi l’evoluzione di un rapporto quasi fra padre e figlio (‘In viaggio con papà), e molto altro ancora.
A tratti sembra di cogliere un ‘filo rosso’ che fa scoprire man mano una vena familiare eccentrica e goliardica, alimentata in particolare dagli zii materni ma non solo, che qualche influenza deve averla avuta nella genesi degli scherzi –alcuni anche ‘pesanti’- fatti in particolare dall’autore al padre ed ai familiari e magistralmente descritti in diversi passaggi del testo.
Si delinea in tal modo un puzzle non semplice da ricomporre che restituisce però alla figura di un personaggio notissimo una franchezza non facile da incontrare in ambienti spesso votati alla finzione, all’artificio e all’insofferenza.
Nel 2006 un coattone si affianca alla sua moto all’una di notte ad un semaforo rosso; riconosciutolo gli chiede di fare “nonnnaaa” al telefono a un amico appositamente svegliato, e poi ancora “Basta nonna co’ ste gambe! E allungaglie le gambe e ridistendiglie le gambe e riallungaglie le gambe, Io te le taglierei quelle gambe!”. Carlo Verdone cerca di resistere ma deve infine cedere, un po’ di malavoglia, anche per non bloccare le auto fermatesi nel frattempo. Ma l’insofferenza e l’irritazione si sciolgono al grido che lo raggiunge mentre la moto si allontana: “A Carlè! Grazie pe’ avemme dato er sorriso a n’adolescenza de merda!”. Anche questo episodio fa sorridere, come molti altri, ma in modo veramente toccante.
Pur rimanendo in un registro comico, fa riflettere. E ci fa sentire Carlo Verdone più vicino che mai. Un grande, nella sua semplice umanità. (G.M.)

mercoledì 5 marzo 2014

Mai fermarsi alla superficie delle cose. La KA MATE che inneggia al sole.



Ho sempre pensato che l'approfondimento interdisciplinare di tematiche formative porti a fare incontri molto interessanti. Come mi è accaduto ieri imbattendomi casualmente in un librettino sulla 'formazione outdoor' (nella formazione, prevalentemente aziendale, così viene definito l'apprendimento dall'esperienza in genere proposto nella natura e in spazi aperti, comunque distanti dalle sedi aziendali).




"Ka mate, Ka mate? Ka ora!
Ka mate, Ka mate? Ka ora!
Tenei te tangata puhuru huru
Nana nei tiki mai
Whakawhiti te ra
A hupane, kaupane
A hupane, kaupane whiti te ra!"

"E' la morte, E' la morte? E' la vita!
E' la morte, E' la morte? E' la vita!
Questo è l'uomo dai lunghi capelli
è colui che ha persuaso il sole
a splendere di nuovo su di me!
Ancora uno scalino,
ancora uno scalino, il sole splende!"
(tratto da 'Rugby e Team Building" di Lapo Baglini)

L'Haka, la danza Maori che usano gli All Blacks, nazionale neozelandese di rugby, non è affatto una danza di guerra. Al di là del fatto che sul campo la si usi per intimorire gli avversari, la si danza senza armi e quando ci si sente bene.
A volte, non fermarsi alla superficie delle cose, aiuta a superare stereotipi e apre a nuove comprensioni.