giovedì 20 febbraio 2014

"LA RELIGIOSITA' DELLA TERRA" - La presentazione a Genova in immagini

Martedì 18 febbraio da Feltrinelli a Genova abbiamo presentato, in collaborazione con Greenpeace, il volume di Duccio Demetrio, "LA RELIGIOSITA' DELLA TERRA. Una fede civile per la cura del mondo." (Ha introdotto e coordinato l'incontro Giorgio Macario; è intervenuto a commentare il volume Andrea Sbarbaro, volontario di Greenpeace Gruppo Locale-Genova.
(La recensione del volume è all'indirizzo http://www.giorgiomacario.it/?p=273 )

Di seguito la cronaca fotografica dell'avvenimento realizzata grazie alla collaborazione di Alessandro Cai, che ringrazio.












mercoledì 12 febbraio 2014

Il "San Valentino che assomiglia alla Befana" di Sergio Staino


A Villa Bombrini a Genova-Cornigliano la sera di San Valentino (l’11 febbraio 2014) c’è stato un incontro inconsueto intitolato ‘Stainoterapia dell’amore’, con Sergio Staino, autore di satira e storie a fumetti, creatore di Bobo. Data l’esistenza di un volume con analogo titolo realizzato dall’autore si sarebbe potuto pensare ad una presentazione del volume, che, però è stato pubblicato nel 2011 e non se ne trova più una copia in circolazione. Anche per questo motivo, oltre alla garbata introduzione e alle poche domande accennate dall’attore e regista Giorgio Scaramuzzino, si è trattato in realtà di una sorta di monologo autobiografico interpretato da un appassionato,  commovente, ironico e divertente Sergio Staino (Bobo) con sporadici e brevi commenti dal pubblico della moglie Bruna (Bibi).


Una sala di aficionados quella dell’11 febbraio a Villa Bombrini, tutti quanti teneramente grati a Sergio Staino di averci donato una figura così disincantata, diretta e concreta come quella di Bobo (e la moglie Bibi, e la figlia Ilaria, e il figlio Michele, naturalmente). Tutti convenuti, come me e mia moglie, per stare in sua compagnia e non certo per festeggiare il giorno di San Valentino.
“Io non festeggio mai San Valentino – esordisce subito-, casomai festeggio la Befana.” L’incipit rassicura i presenti che assentono con piccoli vocalizzi di approvazione alla prima parte del suo preludio, senza ben comprendere la seconda parte, che resterà oscura fino al disvelamento finale.
Poi prosegue: “Nel campo dell’amore, nessuno sa più di me”, e prima che  la perplessità serpeggi nella mente dei presenti colpiti da un tono piuttosto saccente che non si confà per niente al duo Staino/Bobo, prosegue: “così diceva sempre un cantautore uruguaiano. Ebbene, IO SONO IL CONTRARIO.” Eccola la modestia e la semplicità disarmante fatte persona.
Rotto il ghiaccio, la ricostruzione autobiografica si fa precisa e diretta.
Maschio, con un fratello di 5 anni più giovane, si narra che la madre nell’informarsi presso la levatrice, durante la sua venuta al mondo nel quartiere popolare de ‘Le Cure’ a Firenze, abbia subito chiesto: “Il pisellino com’è?” rendendo trasparente la scala delle priorità adottata.
Visto che è il tema dell’amore al centro, ed il sesso sicuramente c’entra molto, Staino prosegue:
“Sono nato nel 1940, e ricordo che nel 1951, a 11 anni, dopo esserci scambiati a spizzichi e bocconi le poche informazioni in tema di procreazione di cui disponevamo, ci siamo riuniti in 25 ragazzini a discuterne, decisi a non lasciare il nostro rifugio finchè non avessimo stabilito qual’era la realtà dei fatti. Dopo varie dissertazioni su buchi ‘davanti’ e buchini ‘di dietro’, si erano formati due partiti: c’era chi affermava che i bambini nascevano dal buco ‘davanti’, ed un altro gruppo consistente che propendeva per una nascita dal buchino ‘di dietro’ “–con Staino subito a precisare che non avrebbe mai rivelato quale fosse stato il suo schieramento di appartenenza. Giunta l’ora di pranzo, obbligati ad addivenire ad una qualche conclusione, venne scelta una soluzione di compromesso: i bambini nascevano sì dal buco ‘davanti’, ma erano concepiti da quello ‘di dietro’! Salomonica decisione che avrebbe dovuto accontentare tutti. Ma che trovò la fiera resistenza di uno di loro che continuava a sostenere di essere sicuro della sua versione, perché ‘aveva visto le figure’. Non ci fu niente da fare, come Sergio avrebbe visto in molte altre situazioni successive legate alle vicende giovanili nel Partito Comunista –Marxista-Leninista, il ‘resistente’ fu immediatamente espulso ed allontanato dal gruppo.
Il padre di Staino era carabiniere, non cera certo un comunista, ma per essere epurato dalla legge Scelba bastò il fatto che fosse stato partigiano in Iugoslavia e che il suocero fosse comunista.
Quando faceva ancora il carabiniere, la famiglia stava in campagna mentre il padre lavorava in Città a Firenze. Anche per questo ebbe la malaugurata idea di iscriverlo ad una delle scuole medie più esclusive della città. Sergio era un anno avanti agli altri, avendo in pratica saltato la 5° elementare perché molto promettente, e questo lo costrinse a frequentare e ‘competere’ in un ambiente che percepiva come troppo diverso da sé. Morale: dopo 20-25 giorni di ‘forca’, inventando ogni volta scuse sempre più inverosimili, venne scoperto e la madre nell’accompagnarlo del direttore, fu costretta a sopportare, piangendo, le affermazioni di questo vero e proprio ‘genio della pedagogia’ che disse loro: “Ma andiamo, signora, come può pensare che un figlio di contadini possa frequentare le Scuole Medie!” (sottointendendo ‘specialmente QUESTE scuole medie’).
D’altronde Staino affermerà di lì a poco: “Bocciato anche in disegno, come Einstein è stato bocciato in matematica. Siamo in due!” E d’altronde la laurea in architettura con la tesi in urbanistica sociale pubblicata anche nei paesi Latinoamericani assume quasi un sapore di rivincita sui pregiudizi che ha dovuto sopportare.
Dopo una descrizione di come il sesso fosse ‘verbalmente’ preponderante anche nella scuola successiva connessa alle arti applicate, con un ambiente di fabbrica affiancato (“imparai allora che le sparate sulle avventure rivendicate da ciascuno nel fine settimana funzionavano sulla base della reciprocità: io credo a quello che tu mi dici, ma tu devi credere a quello che io ti racconto.”), è cominciata la narrazione di Staino alle prese con il movimento femminista. Esilaranti a dir poco i riferimenti al corso accelerato di femminismo  cui si è dovuto sottoporre dai 20-25 anni in poi.
Le vignette di Bobo, nel frattempo, fanno ogni tanto capolino dalla schermo a sottolineare i vari passaggi (inarrivabile la storia ‘Diario Segreto’ dove Bobo decide, dopo conflitti interiori che fanno sorridere seppur così umani, di far saltare il lucchetto del diario di Ilaria, mentre la stessa con Michele osserva dal buco della serratura pregustando la montagna di regali che riceveranno dal padre, attanagliato dai sensi di colpa).
E’ a questo punto che la storia d’amore di Staino si intreccia inestricabilmente con l’amore per la politica che sempre lo ha contraddistinto: tanto appare lirico e incommensurabile il corteggiamento e l’amore per Bruna, studentessa peruviana che si stabilirà in Italia e che sposerà in seconde nozze, tanto appaiono surreali ai suoi stessi occhi, viste ex-post, le mille vicissitudini legate in particolare alla sua militanza nel Partito Comunista Marxista-Leninista, dove conformismo militante, bigotteria comunista e sovrastrutture ideologiche hanno rappresentato una formidabile palestra di vita che si condenserà solo diversi anni più tardi nelle innumerevoli vignette su Bobo realizzate da  Staino.
La profonda sensibilità di Staino emerge dalla sua personale declinazione dell’amore per la politica: “Sono le relazioni umane che contano nella società. Conta il modo in cui ci si guarda, da quale animo viene fuori quello che si dice. Conta il modo in cui stai sulla terra.”
Ed è sul finire dell’incontro che ci viene svelato il perché dell’attaccamento di Staino alla Befana: dopo mille altre vicissitudini, è proprio un 6 di gennaio che Bruna rientrerà dal Perù e che il loro primo bacio potrà suggellare un’unione che vedrà nascere, di lì a pochi mesi, la loro prima figlia, Ilaria. Bobo verrà solo in seguito, ma l’attenzione dei presenti è ormai concentrata su quell’amore sconfinato, di cui siamo stati tutti partecipi. E’ sembrato quasi di poterlo toccare con mano. Altro che la retorica di San Valentino! 

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Questo il messaggio di Sergio Staino, che ringrazio di cuore per le sue parole:

 "Accipicchia Giorgio, hai fatto un reportage d'altri tempi. C'è tutto e 
tutto corretto. Mi sono commosso e ne ho fatto un tweet.
Un abbraccio,

Sergio"