E' passato un anno da quando Mario, dopo l'infarto che l'ha colpito, giace nel suo letto senza riuscire a comunicare con i suoi cari e con il mondo che lo circonda. Era il 28 giugno 2012, e dopo un mese lo ricordavo con queste parole che qui ripropongo per mantenere la promessa di 'scrivere di lui e di quanto ci manchi'.
28 luglio 2012.
Oggi
il mio pensiero, appena svegliato, va a Mario, che navigherà in chissà quali
anfratti di lagune a noi sconosciute.
Una
vita- non vita difficile anche solo da immaginare che lo tiene aggrappato ad
un’esistenza dove i suoi cari sperano l’insperabile ed i suoi amici rievocano
mestamente le sue mille competenze e le sue ben note qualità.
Non
sono fra le persone a lui più vicine, ma ho imparato a conoscerlo per la sua
pacatezza e le attitudini di risolutore di situazioni non facili.
Il
tema della formazione e del lavoro in particolare rappresentavano un terreno di
sensibilità e di interesse comune che volentieri avrei affrontato in sua
compagnia.
Chissà
che qualche scheggia dei tanti pensieri a lui rivolti non possa sfiorarlo
nell’attesa.
Speriamo
che una brezza leggera gli accarezzi l’anima portandogli conforto.
E
che dopo aver visitato lui, conforti anche noi, in attesa di sue notizie.
Lo
raggiunga comunque il nostro augurio.
Che
possa trovare sentieri perduti e passaggi imperscrutabili per tornare a noi.
Ma,
soprattutto, che possa giungere alla meta, qualunque essa sia.
Nel
frattempo continueremo a scrivere di lui e di quanto ci manchi.
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