O
meglio, in una serie di immagini che si succedono le une alle altre.
Il film
della vita, verrebbe da dire, se non suonasse banale, ripetitivo e poco
invitante come incipit.
Ogni
volta che il sole si alza nel cielo, c’è una speranza di ripresa che guida i
nostri passi.
Non
quella economica, che gioca a rimpiattino in un Paese che appare stanco e
sfiduciato.
E
neanche quella morale, che fatica a presentarsi come alternativa credibile alle
piccinerie regolate sul breve termine.
Si
tratta invece di una ripresa più meccanica; un passo, un pensiero, un incontro
dopo l’altro.
Così
ripartono i meccanismi.
Ma
anche i motori, per riavviarsi, hanno bisogno di una scintilla.
Ecco
un’immagine un po’ più umanizzata: una scintilla, nel buio della notte.
Non è
un fuoco che divampa e riscalda i cuori intorpiditi.
Non una
febbre che preannuncia una crescita repentina e disorientante.
Ma
almeno un respiro tiepido che riesca a proiettare lo sguardo oltre i vetri
appannati dall’indifferenza.
Ecco,
sì, un respiro tiepido forse può andare come immagine.
Per
procedere oltre e, come accade di consueto, giungere a sera.
Certi,
però, di aver fatto tutto il possibile per rianimare un paziente recalcitrante
e riavviare un ciclo vitale che non può tardare oltre.
In un
mondo di eccessi dove il troppo caldo e il troppo freddo lasciano il campo solo
per farsi sostituire da siccità e grandine, un respiro tiepido è solo un
inizio.
Ma può
moltiplicarsi e in men che non si dica, contagiare il mondo intero.
Sarebbe
un inizio, appunto.
Un
incipit auspicabile.
Nessun commento:
Posta un commento