La
notte è piena del rumore degli spari dell’artiglieria e mi sono svegliata tre
volte. Ma visto che non c’era scuola mi sono alzata più tardi alle 10 del
mattino. Dopodichè è arrivato il mio amico e abbiamo parlato dei nostri compiti
a casa.
Oggi è
il 15 gennaio, l’ultimo giorno prima che l’editto dei Talebani entrasse in
vigore e il mio amico stava discutendo di compiti a casa come se nulla di
straordinario fosse accaduto.
Oggi ho
anche letto il diario scritto per la BBC (in Urdu) e pubblicato sul giornale.
A mia
madre è piaciuto il mio pseudonimo ‘Gul Makai’ e ha detto a mio padre
<Perché non sostituiamo il suo nome con Gul Makai?>
Mi
piace questo nome perché il mio vero nome significa ‘Addolorata’.
Mio
padre ha detto che alcuni giorni fa qualcuno ha portato la riproduzione
stampata di questo diario dicendo quanto fosse incantevole. Mio padre ha detto
di aver sorriso ma non avrebbe mai potuto dire che era stato scritto da sua figlia.”
Questa
è una delle pagine del diario-blog scritto per la BBC da Malala, studentessa
Pakistana che oggi ha 14 anni, ridotta in fin di vita da un attentatore
Talebano il 9 ottobre scorso.
La sua
colpa: aver documentato il regime dei Talebani Pakistani e la loro occupazione militare nello Swat
District.
E’ sera
e dal mio studio guardo la piccola fiamma consumarsi.
La luce
che emana, anche se si tratta di un flebile baluginio esposto alla brezza
serale, squarcia la notte e testimonia la speranza che tutto il dolore che ha
patito non sia vano.
Penso
al fatto che la Giustizia Divina dovrebbe incenerire all’istante esecutori e
mandanti di simili nefandezze, prima ancora dell’intervento della giustizia
terrena che in troppi luoghi del mondo non riesce a compiere il suo corso.
Poi
penso a Malala ed al suo coraggio, che non merita di essere ricompensato con
pensieri malevoli di alcun tipo.
Penso
alla sua voglia di scrivere, documentare e testimoniare, ma soprattutto vivere
la sua vita con dignità.
Ed
infine mi sono detto: “Non esiste punizione peggiore per quei criminali che far
conoscere le sue parole. Forse è facendole circolare in tutto il Mondo che il
cerchio potrà essere spezzato.”
Per
questo le ho tradotte.
Ed è
per questo stesso motivo che, ritengo, ognuno di noi dovrebbe
mobilitarsi per sostenere la sua candidatura al Nobel per la Pace.
Sono
convinto che lo stesso Alfredo Nobel, se fosse ancora fra noi, approverebbe.
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