LA CRIMINOLOGIA A
FUMETTI
L’evento ‘CRIMINOLOGIA A FUMETTI. Giancarlo Berardi e il caso
Julia’ organizzato dal sottoscritto a Genova il 1° ottobre 2016 per conto della
Libera Università dell’Autobiografia, ha incontrato fin da subito: l’adesione convinta
di Francesco Langella, direttore della Biblioteca Internazionale E. De Amicis,
che da oltre 25 anni cura interessanti eventi riguardanti anche il mondo dei
fumetti; l’attento e sincero interesse del protagonista Giancarlo Berardi (notissimo
creatore e sceneggiatore di ‘Julia’, dopo aver condotto per 20 anni l’epopea di
‘Ken Parker’); importanti patrocini (fra questi quello del Comune di Genova);
la collaborazione di Alfredo Verde, professore ordinario di criminologia, ed il
supporto, per la diffusione sui social
media, di un giovane e capace comunicatore (Andrea, che -detto per inciso-
è mio figlio).
Certo che il contemporaneo avvio della Mostra Internazionale
di Cartoonists di Rapallo (dedicata a Bonelli e quindi con Berardi fra i
principali invitati) e l’allerta meteo arancione, oltre ad almeno un paio di
appuntamenti di grande richiamo a livello cittadino, hanno fatto temere per la
buona riuscita dell’iniziativa che, invece, ha visto la sala incontri della De
Amicis piena, con la presenza di una cinquantina di persone, diverse delle
quali provenienti dal Centro e Nord Italia.
Ascoltando l’interessante e documentato intervento
dell’ordinario di criminologia Alfredo Verde -coautore già nel 2002 di un
articolo in tema sulla Rassegna Italiana di Criminologia-, così come l’affascinante
e coinvolgente conversare con il pubblico di un narratore nato come Giancarlo
Berardi, che hanno avvinto l’uditorio, ho realizzato che l’aver fatto
incontrare due personaggi di così alto livello, interessati ai reciproci
percorsi, ha rappresentato già di per sè un valore aggiunto dell’evento.
Qualche parola in più voglio però spenderla sul mio breve
intervento di apertura, perchè ha inteso restituire il senso dell’iniziativa
sul versante autobiografico.
Da formatore e psicosociologo, fin dai primi anni di esordio
di Julia (1998) ho trovato le storie raccontate nel fumetto e ‘Il Diario di
Julia’ -due pagine iniziali di contatto diretto fra le lettrici/i lettori e
Berardi/Julia- una miniera di riferimenti a storie di vita, spesso attraversate
da disagi personali ed esistenziali, trattate con estrema empatia, comprensione
e delicatezza. Questo mi ha spinto fin da subito a tenere presente il tema in
ambito autobiografico.
Lo stesso Berardi ha affermato in una recente intervista
(JULIA - Numero Speciale 200 del maggio 2015): “I lettori hanno capito che il
mio interesse per le loro vicende è genuino, che possono propormi qualsiasi
argomento senza ricevere una risposta superficiale o scontata, e men che mai
giudicante. In una società sorda ai motivi dell’altro, provo a rendermi utile,
anche solo ascoltando e magari suggerendo un punto di vista diverso, in punta
di piedi.”
La vicinanza, non certo per frequentazioni dirette quanto per
una sorta di ‘sintonia naturale’, di queste affermazioni al metodo
autobiografico che ispira in particolare la proposta di Laboratori
autobiografici risulta evidente: attenzioni alle storie dei singoli, ciascuna significativa
e degna di nota; capacità di ascolto; atteggiamento non giudicante; intreccio
con la propria storia di vita, rispettando vicinanze e distanza; interessamento
a coinvolgersi. Tutte queste attenzioni ci parlano di un coinvolgimento
personale di Giancarlo Berardi caratterizzato da un rigore dal quale molti
professionisti dell’aiuto potrebbero trarre grande giovamento per la loro
formazione.
I Diari di Julia pubblicati fino ad oggi sono più di 200 e da
questi si potrebbero citare decine di passaggi interessanti. Ne ho scelto una
molto recente (del luglio scorso) per concludere la mia breve introduzione:
nella lettera Benedetta R., in procinto di diventare madre, confessa a Berardi
che chiamerà Giulio il figlio maschio, sperando che possa crescere con le doti
di spiccata umanità e straordinaria sensibilità che il personaggio Julia (e il
suo creatore Berardi) interpreta al meglio. E Berardi, dicendosi ‘toccato’ da
quest’annuncio, augura al figlio, in questo mondo impregnato di ingiustizia,
dolore e atrocità, di poter contribuire a recuperare i valori nfondamentali
dell’esistenza.
Dal punto di vista autobiografico, come intreccio di storie
di vita, credo sia estremamente significativo perchè non solo coinvolge i
protagonisti attuali, ma proietta in avanti verso le nuove generazioni le
speranza di un futuro migliore, da costruire giorno per giorno. Alla cui
riuscita si è cercato di dare un piccolo apporto con questo nostro incontro,
leggero e profondo ad un tempo.
Il resoconto è riportato anche sul sito della LUA all'indirizzo:
http://www.lua.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4159&Itemid=2
Il resoconto è riportato anche sul sito della LUA all'indirizzo:
http://www.lua.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4159&Itemid=2
Nessun commento:
Posta un commento