Il viaggio di Jerreh continua...
Solo 4 mesi fa presentavo
sempre su questo blog ‘La storia di Jerreh’: un ragazzo arrivato, come tanti,
da varie parti del mondo (nel suo caso dal Gambia) con un viaggio -‘Il lungo
viaggio’ appunto il sottotitolo del suo primo lavoro- difficile anche solo da
immmaginare, al riparo delle nostre abitudini consolidate.
Pochi giorni fa ho
ricevuto un paio di copie del suo nuovo lavoro, prodotto con il contributo dell’associazione
‘Agevolando’, ed ho subito provveduto ad inviargli il corrispettivo del costo
(5 euro a volume) più un costo forfettario di altri 5 euro per la spedizione.
Ve lo segnalo subito perchè a fine presentazione vi segnalerò la sua email e il
numero di IBAN per chi fosse interessato a ricevere il suo nuovo lavoro e
versare il costo relativo.
Una piccola
digressione: una tale modalità di ‘autopubblicizzazione’ del proprio volume (in
questo caso faccio volentieri da promotore-intermediario) è molto ‘soft’ se
paragonata a quella utilizzata da un certo W.H.Davies ai primi del Novecento, e
descritta da G. B. Shaw nella prefazione al suo volume autobiografico poi
pubblicato nel 1908!
Ma tornando a Jerreh,
possiamo proprio dire che il suo viaggio è continuato...qui in Italia.
Per raccontarvi questo
suo primo anno in Italia dovrei trovare altre parole di sintesi rispetto al suo
racconto.
Ma credo di fargli un
miglior servigio presentandovi alcuni passaggi del suo scritto, in modo da fornirvene
un ‘assaggio’ che potrete agevolmente completare fino a saziarvi con un modico
contributo.
“Straordinaria l’accoglienza (...) straordinario poter andare a scuola e
lavorare, straordinario passeggiare in mezzo a gente amica in una città amica, senza
doversi guardare intorno con sospetto e paura (...) dormire tranquillo senza il
timore di essere svegliato da spari nel cuore della notte (...) per me la vera
avventura straordinaria è questa, non è stato il viaggio!” (Cap. 1)
“Quando sono partito dalla Libia era
una sera d’estate, dopo due giorni sono arrivato in Sicilia. Ero felice d’essere
arrivato vivo.” (Cap. 2)
“In estate andavo con Italo, Juma e
Ouajdi in piscina ma io non entravo in acqua perchè avevo male ad una gamba. In
realtà questa era la scusa che trovavo per giustificare la paura dei brutti
ricordi che qualsiasi distesa d’acqua mi faceva tornare alla mente. L’acqua
preferivo guardarla dalla riva...” (Cap. 3)
“Agevolando all’inizio era per me un
gruppo di persone che potevano aiutarmi in tante cose. Poi a mano a mano che
freuentavo, ho capito che era anche molto di più.(...) Penso che sia importante
per i ragazzi che sono in Comunità freqquentare i gruppi di Agevolando perchè
così possono sentirsi più sicuri riguardo il loro futuro e capire fin da subito
che la loro esperienza può servire anche per aiutare gli altri.” (Cap. 5)
“Io e Juma andavamo a lezione a casa
sua (da Roberto, un maestro in pensione n.c.), i primi giorni eravamo puntuali poi
però siamno arrivati in ritardo e Roberto si è arrabbiato moltissimo, così ho
imparato che la parola PUNTUALE qui in Italia è importante: da allora ogni
volta che davo un appuntamento dicevo ‘Però PUNTUALE eh!’. In Gambia invece la
puntualità nessuno sa che cosa sia: uno arriva quando arriva e gli altri
aspettano.” A seguire “Questa è la
ricetta del Mafe:.....” (Cibo africano, indovinate un po’ come soddisfare la
vostra curiosità?) (Cap. 8)
“Nel 2015 ho cominciato ad andare
nelle scuola per raccontare la mia storia agli studenti: è importante per me,
ma anche per loro, soprattutto per i bambini perchè non crescano con idee
razziste.” (Cap. 12
“I loro consigli sembravano quelli
che mi dava la mia mamma. Mia mamma diceva anche: ‘Gli uomini sono nati per
affrontare le difficoltà, le donne invece per affrontare il dolore.’ Ma come è
scritto nella Costituzione italiana, credo che non ci sia differenza tra gli
uomini e le donne. Certo tutti hanno gli stessi diritti.” (Cap. 13)
C’è anche una canzone
scritta da Fabio, che fa parte di un gruppo RAP, e la canzone si intitola
proprio ‘Il viaggio di Jereh’, perchè è ispirata al suo primo lavoro. La
trovate alle pagg. 24/26.
Ed infine, “Il 14 giugno 2015 è stata una data molto
importante per me perchè ho festeggiato il mio diciottesimo compleanno. (...)Il
quel momento il mio amico Pasquale ha detto: ‘Adesso sono cazzi tuoi’” (Cap.
16)
Nelle ultime pagine
vengono riportati alcuni ‘pensieri e critiche’ verso Jerreh espressi da diverse
persone che ha conosciuto. Ma non posso non concludere ancora con le sue
parole, che sono un esempio di ‘resilienza applicata’:
“Di fronte alle difficoltà il mio
motto è:
SORRISO E CORAGGIO”
Il
mio augurio sincero è che il coraggio e l’allegria di questo ragazzo possano
essere contagiosi, per molti dei suoi ‘compagni d’avventura’, ma anche per
tutti noi. Di questi tempi ne abbiamo proprio bisogno.
JERREH JAITEH
eMAIL: jerreh100@yahoo.com
IBAN: IT26Y0306912765100000000985
Bravo,sono molto contento di te JERREH
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