LA MUSICA E' PERICOLOSA (Nicola Piovani, Rizzoli, 2014)
Presentazione di Giorgio Macario
Nicola Piovani, Premio Oscar per
le musiche del film ‘La vita è bella’ (1999), fin dal titolo della sua
autobiografia musicale (meglio definita in 4° di copertina come ‘la vita
cantabile di un grande musicista’, una vita intera letta attraverso le musiche,
trascorsa con la musica e ad essa dedicata), mette in guardia il lettore
utilizzando le parole di Federico Fellini sulla pericolosità della musica.
Affermazione che subito -lo
confesso- mi ha un po’ spaventato, più per i possibili riferimenti dotti e
specialistici che non per eventuali risvolti rischiosi. Ma poi leggo: “Mi
capita così: la musica che mi seduce è quella che sa sorprendermi, e arriva
spesso da zone diverse da quelle che mi aspetto, quando meno me lo aspetto.” E
questa apertura al nuovo ed all’inaspettato mi ha trasmesso maggiore fiducia
sul fatto che anche la lettura di un ‘non specialista’ potesse non dispiacere
al Maestro (nel senso di ‘artigiano che fa suonare le orchestre’ e non certo di
‘profeta che insegna il Verbo’).
D’altronde scrivere una
recensione ha a che fare in genere con una lettura esperta di un testo e con l’offerta
di citazioni il più possibile ‘dotte’, mentre la stesura di un invito alla
lettura di carattere autobiografico -quale la presente- comporta il
ripercorrere quanto l’autore offre di sè ai lettori cercando a propria volta
quali sintonie ed echi personali il testo riesca a far risuonare.
La prima consistente sintonia non
solo con il mio percorso personale, ma con l’impostazione stessa dell’approccio
autobiografico che si pratica alla Libera Università dell’Autobiografia, l’ho
trovata nelle diverse sottolineature che Piovani fa sull’importanza
dell’ascolto. Dice Piovani:
“Comincio a pensare
che l’attitudine all’ascolto, come istinto naturale e interessamento al
prossimo, debba essere una premessa fondamentale dell’intelligenza creativa.
L’autoreferenzialità alla lunga asfissia e istupidisce.”
Che è esattamente un
principio base dell’intreccio fra sensibilità autobiografica e attenzione
biografica così come declinata nei percorsi di approfondimento della LUA.
Essere capaci di ascoltarsi è solo un punto di partenza, mai inteso in senso
solipsistico, ma da affinare continuamente tramite l’attenzione e l’ascolto
delle storie altrui.
I riferimenti a “episodi
formativi personalissimi”, spesso vissuti accanto a grandi artisti, abbondano
lungo i dieci capitoli del testo, ciascuno dei quali si conclude con un limerick -un “breve componimento in
poesia...non sense, umoristico o scapigliato” con rime che seguono lo schema
AABBA, ci spiega lo stesso autore- come richiamo della passione per
l’enigmistica e la metrica. Uno fra
questi ha colpito in particolare la mia attenzione; recita così:
L’illuminista logico totale/
voleva
trasformare in quanto il quale./
Quantizzò la bellezza di un sorriso/
sommandone
i millimetri del viso,/
Confondeva la somma con il totale.
L’ho trovato
molto vicino alla citazione del professor Keating, nell’Attimo fuggente, sulla formula geometrica dell’area della poesia di Evans Prichard, con la forma e
l’importanza dislocate in ascissa ed ordinata. Geniale a dir poco, come trovata
dissacrante.
Ma le citazioni dei grandi
registi, attori e compositori frequentati, pur ricordati con episodi personali spesso
‘simpatici’, rischierebbero di mettere in ombra la vera vena autobiografica del
volume, che dai ricordi musicali d’infanzia che coinvolgono anche i familiari,
passano alle contaminazioni della gioventù fra ‘musica forte’ e ‘musica
debole’, transitando per la fonovaligia Lesaphon Perla, utile per entrambe. E
ancora dalla passione musicale per le Bande ereditata dal padre (e proposta a Roberto Benigni con ‘La banda del pinzimonio’) al grande eclettismo musicale del nostro
così ben sintetizzato:
“Per scegliere in libertà bisogna conoscere. Per
conoscere, bisogna essere in grado di ascoltare musiche diverse. (...) c’è un
tempo per tutto: un tempo per scegliere di ascoltare Wagner e uno per scegliere
di ascoltare Armstrong, uno per Stravinskij e uno per De Gregori, uno per
Monteverdi e uno per Frank Zappa, uno per Fischer-Dieskau e uno per Celentano,
nella libertà di scelta totale, che presuppone conoscenza.”
Ciononostante non si pensi ad una
posizione equidistante ed ‘ecumenica’ dell’autore che non lesina , al contrario, nè il resoconto
di duelli ‘in punta di penna’ con critici musicali, nè le disavventure con
certe esperienze di musica d’avanguardia e di musica contemporanea.
Concludendo con una rivelazione
che merita di essere citata perchè smentisce quanto sull’autore riportato da
Wikipedia, che alla voce ‘Nicola Piovani’ dice: “Si dichiara profondamente
ateo.” Frutto probabilmente di un misunderstanding
per un convegno genovese del 2011 nel quale alla locandina ‘Margherita Hack e
Nicola Piovani: una vita senza Dio’, fece aggiungere un punto interrogativo,
perchè chiamato da un amico a sostituirlo come relatore e fino all’ultimo
all’oscuro che il convegno fosse intitolato ‘Sbattezzati e felici’ e fosse
organizzato dall’Unione atei e agnostici razionalisti. In realtà il rapporto con
la religiosità attraversa costantemente il rapporto con la musica, e più che la
forma all’autore sembra interessare la sostanza. Tanto che trova una forte
vicinanza nelle parole di un gesuita conosciuto tramite Fellini, padre Arpa,
che alla domanda sul perchè un religioso come lui non gli chiedesse nulla sul
suo rapporto con la religione, questi rispose:
“Tu frequenti la musica, la
componi, sei in contatto con la spiritualità ad alto livello, non hai tanto
bisogno di religioni storicizzate e liturgie sacre.”
Ed è lo stesso Piovani ad
affermare, in modo laico ma costantemente aperto al confronto:
“io non
rinuncio, fra lampi e smarrimenti, alla ricerca della dignità dell’esistenza,
alla voglia di non vivere a caso, al rispetto per la vita e per il prossimo,
all’interesse per l’altro e l’oltre”, confermando, se ce ne fosse
ancora bisogno, una forte sintonia con la comunità degli autobiografi, che
proprio nel prossimo Festival gli consegnerà il Premio Città dell’Autobiografia
2016.
Pubblicata anche sul sito della Libera Università dell'Autobiografia:
http://www.lua.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4140&Itemid=41
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