Caterina Benelli – Daniela Bennati – Sara Bennati
RESTITUIRE PAROLE
Una ricerca
autobiografica a Lampedusa
(Mimesis, Quaderni di
Anghiari, Giallo, N. 4, Milano, 2019)
Recensione autobiografica di Giorgio Macario
Era
il febbraio del 2013 quando, nell’ordine del giorno dell’incontro dei
Collaboratori territoriali alla Libera Università dell’Autobiografia di
Anghiari, venivano fatti i primi riferimenti alle ‘Proposte per un progetto da attuare con Lampedusa’ e la proposta
provocava un consistente
impatto emotivo, suscitando un interesse
diffuso.
Il progetto era volto ad approfondire le esperienze di accoglienza in atto
nell’isola di Lampedusa, intenta da almeno un paio di anni a fronteggiare l’emergenza
costituita dagli sbarchi dei migranti. Di lì a breve ci sarebbe stata la
‘strage senza precedenti’ del 3 ottobre 2013, “una tragedia rimasta negli occhi
e nei ricordi di tutti noi”, come ben sottolinea Caterina Benelli nella prima
parte del quaderno ‘Restituire parole’.
La
ricerca-intervento di tipo autobiografico viene poi avviata nel corso del 2014,
e tutta la prima parte del quaderno, nella sintesi della Benelli, traccia le
diverse fasi che hanno caratterizzato questa ricerca esplorativa di matrice
pedagogica, nell’ambito di quello che viene ormai considerato da molti un
“’laboratorio educativo’ di cittadinanza attiva.”
L’indagine
esplorativa, volta alla conoscenza della difficile realtà dei naufraghi e della
popolazione ospitante, si è indirizzata ben presto verso i lampedusani, mettendo
al centro le narrazioni dei diversi ‘testimoni privilegiati’ di Lampedusa, veri
e propri “eroi ed eroine anonime” da considerare come “protagonisti silenziosi
di una storia minore e che ha viaggiato in maniera parallela, ma dietro le quinte,
con la grande narrazione mediatica.”
In
tal modo la ricerca autobiografica si è snodata attraverso undici colloqui
narrativi, in profondità, realizzati nel 2015 a Lampedusa; una prima
restituzione al Festival dell’Autobiografia di Anghiari del 2016; gli
approfondimenti e le integrazioni ai colloqui, realizzati nel 2017 nel corso
della seconda fase lampedusana; sempre nel corso della seconda fase nel 2017
viene progettato e realizzato un laboratorio autobiografico presso l’Istituto
Omnicomprensivo dell’isola -che rientra nel più ampio progetto nazionale della
LUA denominato ‘Nati per Scrivere’- unitamente ad azioni formative con il corpo
docente.
In
sintesi gli esiti della ricerca vengono condensati in tre riferimenti chiave
che riguardano l’accoglienza, la collaborazione e le proposte formative,
tematiche da connettere alla centralità di azioni di ‘restituzione pubblica’
che potranno giovarsi, in futuro, anche del lavoro di sintesi realizzato con
questa pubblicazione.
Pubblicazione
che vede nella seconda parte del quaderno (‘Andar per storie’), curata da
Daniela Bennati, ben delineata ‘la voce dei lampedusani’, tramite profili
biografici in particolare di quattro dei narratori incontrati, selezionati “per
far arrivare voci il più possibile differenti fra loro”.
Nella
terza parte (‘O’ scià. Le bambine e i bambini di Lampedusa’), curata da Sara
Bennati, viene riferita l’esperienza di laboratorio autobiografico condotto nel
2017 con due gruppi di studenti della scuola secondaria di primo grado, finalizzato
ad invitare i ragazzi a scrivere in un contesto non valutante garantito dal
‘patto autobiografico’; l’esperienza viene attuata con l’ausilio di
sollecitazioni precise, volte, fra l’altro,
a permettere “di condividere i propri desideri, le proprie paure, i
progetti, i sogni, le abitudini e i dubbi”, oltre a “manifestare i sentimenti,
le emozioni, gli stati d’animo e le tensioni affettive.”
Ed
è l’avvincente lettura delle conclusive ‘Considerazioni a margine del volume’
che restituisce, tutto intera, la potenza della scrittura autobiografica, non
solo di adulti che partecipano con il (necessario) sorriso sul volto e la
tristezza nel cuore agli sbarchi che si susseguono più volte anche nella stessa
serata, ma anche di bambini di prima media che chiamati a immaginarsi futuri
sindaci di Lampedusa, nel loro programma ideale sono capaci di scrivere: “(…)
Darei i documenti ai migranti per permettergli di arrivare in aereo e non con
le barche che poi tanto lo sappiamo come
va a finire. Farei chiudere il centro e li farei andare dove vogliono come gli
uccelli. Darei lo stipendio agli spazzini e chiuderei le buche per strada.”
Una
bella lezione di concretezza e umanità che molti adulti dovrebbero ascoltare e
fare propria.
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