MASSIMO RECALCATI
A LIBRO APERTO. Una vita è i suoi libri
(Feltrinelli Editore, Milano, 2018)
Invito alla lettura di Giorgio Macario
“Questo libro racconta
come un libro possa diventare un vero e proprio incontro, come l’esperienza
della lettura possa contribuire in modo decisivo nel dare forma singolare a una
vita. Si può leggere come una sorta di autobiografia costruita attraverso la lettura
di alcuni dei libri che sono risultati determinanti per la mia formazione di
psicoanalista, di intellettuale e di uomo. Non siamo forse noi tutti fatti
anche dai libri che abbiamo letto? I libri non sono forse delle esperienze che
ci hanno segnato?”
E’ lo stesso Massimo Recalcati a introdurre egregiamente il suo
ultimo libro che ci parla di altri libri, i libri che più ha amato e che
raccontano la sua vita. I libri che hanno letto la sua vita -come ci tiene a
precisare- perchè “leggere significa anzitutto essere letti dal libro, esporsi alla lettura del libro.” E se è
vero che un libro è un incontro -meglio, un incontro d’amore, ci dice l’autore-,
è anche vero che nel libro ritroviamo pezzi di noi stessi, dimenticati o non
ancora conosciuti.
Sembra quasi che i libri offrano al lettore un proprio
contributo biografico, teso a sostenere il lettore nella costruzione di una
parte della propria autobiografia. Ed è così che l’Odissea di Omero vede Recalcati bambino trovare talmente
irresistibile il ritorno di Ulisse da far dimenticare, nel ricomporre la ferita
dell’assenza del padre, il vero finale del poema con il nuovo viaggio di
Ulisse; che il sergente nella neve di
Rigoni Stern lo riporta al suo incipit vitale di neonato sopravvissuto al
“freddo emotivo dell’incubatrice”; che la Nausea
di Sartre lo ricollega, fra l’altro, lui studente di filosofia alla Statale
di Milano, all’esperienza di radicale assenza di senso dell’esistenza; che Al di là del principio del piacere di
Freud lo rimanda alle riflessioni sulla pulsione di morte connessa alla
‘coazione a ripetere’, e proprio la ricerca di una apertura effettiva alla vita
lo conduce, al termine degli studi di filosofia, al divano del suo primo
analista; che gli Scritti di Lacan lo
attraggono perchè assolutamente indecifrabili, bizzarri e illeggibili, al pare
dei suoi sintomi che a breve lo porteranno, terminati gli studi, ad abbandonare
la promettente carriera universitaria cui si frapponeva una ingombrante
angoscia; e così via.
Se la seconda parte del volume ripercorre il contributo dei
nove libri-incontri alla sua crescita, la prima parte, dedicata a riflessioni
sulla funzione del libro, offre interessanti squarci su librerie e biblioteche
interpretate come inconscio del soggetto (il primo sogno che Recalcati ci dice
di aver portato in analisi); su pazienti bibliofili che tendono a sostituire la
vita con i libri; sul libro come lezione dell’aperto contro il chiuso; sul
libro come narrazione dell’esperienza; sulla forza del libro come forza del
desiderio; per non citare che alcuni dei temi trattati. Fino a comprendere, ci
dice Recalcati, che i libri ‘ci prendono’ proprio quando evocano “frammenti
sepolti o ardenti del nostro passato”, ed è allora che “i confini del libro
(...) si dilatano in me, proprio mentre il libro mi porta presso di sè.” Un
modo particolarmente originale per intrecciare lettura e scrittura di sè.
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