Come ritrovare spezzoni del proprio percorso autobiografico
(la V G ai tempi del Liceo Scientifico frequentato 43 anni fa)
negli approfondimenti sulla psicoterapia di gruppo.
Lavorare con i gruppi ed affrontare tematiche come il lavoro di gruppo e/o il gruppo di lavoro, intrecciando questi percorsi con il metodo autobiografico, rappresenta uno spazio di approfondimento che mi ha portato anche quest'anno, per il 5° anno consecutivo, a proporre un seminario dedicato alle pratiche autobiografiche dal titolo "Conduzione di gruppo in ambito autobiografico. Apporti autobiografici e valorizzazione della narrazione di sè nei contesti di gruppo."
Ma non è questo il tema cui voglio riferirmi; chi fosse interessato, può saperne di più all'indirizzo:
http://www.giorgiomacario.it/?p=1207
http://www.giorgiomacario.it/?p=1207
Esplorando i 'territori di confine' dei gruppi e del loro funzionamento, ho approfondito i concetti fondanti della psicoterapia di gruppo, così come emergono dalla nuova edizione di un testo dedicato al "GRUPPO" di un neuropsichiatra, che insegna presso le Università di Roma 'La Sapienza' e di Torino, oltre ad essere Visiting Professor all'Università Lumiere - Lyon II, Claudio Neri.
Nelle 80 pagine di glossario che compendiano il volume, ho trovato la voce Gruppo-classe (G. Pietropolli Charmet) che mi ha riportato alle esperienze collettive vissute negli anni '70 con numerosi compagni del Liceo. Un gruppo cui siamo soliti riferirci indicandolo come V G, che in realtà si è formato nell'arco del triennio che è andato dalla III alla V classe, maturità compresa. Un gruppo di riferimento che ci ha accompagnati in una crescita, naturalmente differenziata da individuo a individuo, ma che ha avuto il pregio di lasciare in ciascuno di noi una traccia indelebile.
Le parole e le considerazioni di Charmet (che ricordo sempre con piacere e gratitudine per aver risposto positivamente a diversi impegni nazionali e internazionali ai quali gli ho chiesto di partecipare), ben articolate e riassunte da Neri (che invece conosco solo per i suoi scritti), sono non solo ampiamente condivisibili ma anche illuminanti. Le trascrivo anche per poter condividere questo 'piacere autobiografico' non solo con i miei compagni di classe, ma anche con tutti coloro che, anche solo in piccola parte, si sentiranno trasportati in un periodo della propria crescita, quello adolescenziale, che generalmente lascia una impronta indelebile negli anni a venire.
"Gruppo-classe (G. Pietropolli Charmet).
La classe scolastica è un gruppo secondario in quanto implica: una struttura formalizzata, norme esplicitate, ruoli definiti e specifici obiettivi didattici da perseguire. E' inoltre un gruppo 'obbligato', che non si forma per aggregazione spontanea, ma viene costituito in base a criteri organizzativi propri dell'istituzione scolastica.
Tuttavia, il gruppo-classe è caratterizzato da dinamiche interattive e legami interpersonali che ne definiscono il clima emotivo-affettivo e che si intersecano con le attività precipuamente didattiche. Charmet distingue: a) la classe 'ufficiale' o 'didattica', focalizzata sugli obiettivi formativi, che è un contesto in cui i ragazzi assumono il ruolo sociale di studenti; b) la classe 'nascosta' o 'degli amici', che è costituita dalla trama delle esperienze affettive, delle motivazioni, delle relazioni interpersonali.
Secondo Charmet, la scuola in quanto istituzione propone esplicitamente ai ragazzi il ruolo di studenti, e spesso ostacola la creazione di legami di amicizia, come se esistesse una incompatibilità tra la classe 'ufficiale' e quella 'nascosta'; è invece proprio quest'ultima che, determinando l'umore della classe, ne condiziona la storia, l'evoluzione e l'efficienza nel raggiungimento degli obiettivi."
(Bibliografia essenziale:
Pietropolli Charmet G. (2000), I nuovi adolescenti, Raffaello Cortina, Milano.
Citazione tratta da Neri C. (2017), Gruppo, Raffaello Cortina, Milano.)
Nelle 80 pagine di glossario che compendiano il volume, ho trovato la voce Gruppo-classe (G. Pietropolli Charmet) che mi ha riportato alle esperienze collettive vissute negli anni '70 con numerosi compagni del Liceo. Un gruppo cui siamo soliti riferirci indicandolo come V G, che in realtà si è formato nell'arco del triennio che è andato dalla III alla V classe, maturità compresa. Un gruppo di riferimento che ci ha accompagnati in una crescita, naturalmente differenziata da individuo a individuo, ma che ha avuto il pregio di lasciare in ciascuno di noi una traccia indelebile.
Le parole e le considerazioni di Charmet (che ricordo sempre con piacere e gratitudine per aver risposto positivamente a diversi impegni nazionali e internazionali ai quali gli ho chiesto di partecipare), ben articolate e riassunte da Neri (che invece conosco solo per i suoi scritti), sono non solo ampiamente condivisibili ma anche illuminanti. Le trascrivo anche per poter condividere questo 'piacere autobiografico' non solo con i miei compagni di classe, ma anche con tutti coloro che, anche solo in piccola parte, si sentiranno trasportati in un periodo della propria crescita, quello adolescenziale, che generalmente lascia una impronta indelebile negli anni a venire.
"Gruppo-classe (G. Pietropolli Charmet).
La classe scolastica è un gruppo secondario in quanto implica: una struttura formalizzata, norme esplicitate, ruoli definiti e specifici obiettivi didattici da perseguire. E' inoltre un gruppo 'obbligato', che non si forma per aggregazione spontanea, ma viene costituito in base a criteri organizzativi propri dell'istituzione scolastica.
Tuttavia, il gruppo-classe è caratterizzato da dinamiche interattive e legami interpersonali che ne definiscono il clima emotivo-affettivo e che si intersecano con le attività precipuamente didattiche. Charmet distingue: a) la classe 'ufficiale' o 'didattica', focalizzata sugli obiettivi formativi, che è un contesto in cui i ragazzi assumono il ruolo sociale di studenti; b) la classe 'nascosta' o 'degli amici', che è costituita dalla trama delle esperienze affettive, delle motivazioni, delle relazioni interpersonali.
Secondo Charmet, la scuola in quanto istituzione propone esplicitamente ai ragazzi il ruolo di studenti, e spesso ostacola la creazione di legami di amicizia, come se esistesse una incompatibilità tra la classe 'ufficiale' e quella 'nascosta'; è invece proprio quest'ultima che, determinando l'umore della classe, ne condiziona la storia, l'evoluzione e l'efficienza nel raggiungimento degli obiettivi."
(Bibliografia essenziale:
Pietropolli Charmet G. (2000), I nuovi adolescenti, Raffaello Cortina, Milano.
Citazione tratta da Neri C. (2017), Gruppo, Raffaello Cortina, Milano.)
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