IL PREMIO CITTA' DELL'AUTOBIOGRAFIA 2017 a MAURIZIO MAGGIANI
In questo breve resoconto la presentazione di Maurizio Maggiani che ho fatto ad Anghiari domenica 3 settembre 2017 in occasione della consegna del Premio Città dell'Autobiografia 2017 ed alcune citazioni tratte dalla sua magistrale 'narrazione'.
Presento Maurizio Maggiani in particolare perchè abbiamo amici comuni in ambito genovese, e sappiamo che trovare un buon amico non è una cosa semplice.
Dirò poche parole su Maggiani scrittore e sul suo libro 'La zecca e la rosa', che lo porta qui ad essere premiato dalla Città di Anghiari e dalla Libera Università dell'Autobiografia.
Vincitore del Premio Viareggio e del Premio Campiello con 'Il coraggio del pettirosso' (1995), del Premio Alassio con 'La regina disadorna' (1998), che ha avuto anche diversi altri premi. Ancora il Premio Ernst Hemingway, il Premio Parco della Maiella e il Premio Strega con il romanzo 'Il viaggiatore notturno' (2005).
Relativamente a 'La zecca e la rosa', 123 racconti sintetici che compongono un 'piccolo almanacco delle creature', segnalo solo tre qualità o pregi autobiografici che a mio avviso caratterizzano questo scritto:
* La semplicità nel porre l'attenzione sulla natura che ci circonda.
* La sensibilità di uno sguardo attento al paesaggio esterno ma saldamente ancorato ai paesaggi interni.
* La capacità di far trasparire il generale dalla descrizione poetica del particolare.
E mi fermerei qui, per dare a lui stesso la parola. (G.M.)
"Io non merito questo premio."
Subito mi è sembrata una contraddizione in termini, ma è questo l'esordio di
Maurizio Maggiani nella sua applauditissima 'narrazione' che domenica 3
settembre ha avviato la parte conclusiva del Festival dell'Autobiografia ad
Anghiari, prima di ricevere il Premio Città dell'Autobiografia 2017.
Ma è bastato poco per capire che non di
falsa modestia si trattava, bensì di una sorta di condivisione collettiva del
premio con un invito rivolto a ciascuno dei presenti, indipendentemente
dall'essere famosi o meno, a scoprire "la grandiosità del mettersi lì e
raccontare."
Ed alcuni dei passaggi successivi hanno
reso evidente la maestria del narratore insieme alla sua (apparente)
semplicità.
"Io sono la mia
autobiografia." "La vita che racconta se stessa è una offerta
amorevole a chi ci sta intorno." "La mia storia è una cucina degli
anni '50 vicino alla linea gotica." "Quando racconto, sempre, prendo
la mia vita e la metto lì. Non sono io, è la mia vita, lì." "Nell'esserci
e nel raccontare si aggiunge qualcosa alla cronaca di un avvenimento."
"Il racconto è la redenzione della vita." "I vostri fatti sono
qualcosa in più." "La verità la sento sempre gridare, me la immagino
con tutte le lettere maiuscole. Mi spaventa. Io sono interessato invece al
rapporto di realtà fra me e voi." "Ho sentito parole generose su
questo mio libro (La zecca e la rosa), ed in effetti è la cosa più gioiosa che
mi è capitato di scrivere, anche se la sua maggiore genialità credo stia
nell'essere costituito da oltre un centinaio di brevi racconti di una
paginetta, ideali per essere letti al gabinetto, della durata giusta e per di
più distensivi." "Ho potuto riscoprire il mio spirito da bambino:
meraviglia, stupore, libertà. Vivere liberamente la meraviglia e lo stupore di
tutto ciò che semplicemente si incontra per strada."
Una narrazione unica nel suo genere, a
tratti ironica, molto empatica, semplice e diretta ma al tempo stesso esente da
banalità. Un modo per condividere con tutti i presenti, generosamente, alcuni semplici
suggerimenti per riscoprire l'unicità di ciascun percorso autobiografico.
Giorgio Macario
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