GIUSTO FRA I GIUSTI E MAESTRO DI VITA
Leggere Oliver Sacks che si riconcilia con le sue origini ebraiche e con le tormentate vicissitudini legate alla sua omosessualità, considerata dal Levitico un 'abominio', mostra con chiarezza quanto i pregiudizi su questo o quell'aspetto della vita di un uomo siano senza senso alcuno.
Raccontare le storie delle persone e dei pazienti di cui si occupava è sempre stata la missione della sua vita, cui ha adempiuto in maniera esemplare.
I suoi libri hanno rappresentato, per me e -sono convinto- per una miriade di persone, una boccata d'aria fresca in un mondo affaticato e disattento al benessere dei suoi figli.
Un cancro, allo stato terminale, ci sta privando di una voce unica nella sua maestria di dar voce agli altri.
"E ora, debole, col fiato corto e i muscoli una volta sodi sciolti dal cancro, (...) scopro che i miei pensieri vanno allo Shabbat, il giorno di riposo, il settimo giorno della settimana, e forse il settimo giorno della nostra vita, quando possiamo sentire di aver fatto il nostro lavoro, e di potere, in buona coscienza, riposare." (La Repubblica, 20/8/2015)
Giusto fra i giusti e maestro di vita, fino alla fine.
(A ottobre 2015 sarà pubblicata anche in Italia, dalla casa editrice Adelphi, la sua autobiografia 'In movimento'. Un appuntamento da non mancare.)
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