MUSICA (E NON SOLO) IL 18 LUGLIO 2018
AL PALACEP DI GENOVA-PRA'
DON GALLO VIVE. CHE VIVA DON GALLO.
Questo il leit-motiv che ha accompagnato il 90° compleanno del Gallo.
Quello stesso Don Andrea Gallo che cinque anni fa è stato accompagnato nella 'sua' Genova da un popolo variegato e multiforme di suoi estimatori e 'compagni di strada', migliaia e migliaia di persone che ne hanno apprezzato nel tempo la schiettezza, la sincerità e la mancanza di ipocresia verso gli accadimenti del mondo; irriducibile nei suoi convincimenti, specialmente verso il mondo dei fedeli da cui pure proveniva.
Quello stesso Don Andrea Gallo che quasi 50 anni fa, nel 1970 fondò la sua principale creatura, la Comunità di San Benedetto al Porto, dopo essere stato allontanato, per ordine del cardinal Siri, dalla chiesa del Carmine e dalla comunità che lì aveva animato, costituita da credenti e non credenti.
Quello stesso Don Andrea Gallo che, usando quelle stesse parole con cui viene ricordato dai suoi 'ragazzi', da quel momento dedicò interamente la propria vita a "vivere a tempo pieno “con” gli ultimi, i poveri , gli emarginati, per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo simile alla esperienza di Don Milani, lontano da ogni forma di coercizione."
Quello stesso Don Andrea Gallo che cinque anni fa è stato accompagnato nella 'sua' Genova da un popolo variegato e multiforme di suoi estimatori e 'compagni di strada', migliaia e migliaia di persone che ne hanno apprezzato nel tempo la schiettezza, la sincerità e la mancanza di ipocresia verso gli accadimenti del mondo; irriducibile nei suoi convincimenti, specialmente verso il mondo dei fedeli da cui pure proveniva.
Quello stesso Don Andrea Gallo che quasi 50 anni fa, nel 1970 fondò la sua principale creatura, la Comunità di San Benedetto al Porto, dopo essere stato allontanato, per ordine del cardinal Siri, dalla chiesa del Carmine e dalla comunità che lì aveva animato, costituita da credenti e non credenti.
Quello stesso Don Andrea Gallo che, usando quelle stesse parole con cui viene ricordato dai suoi 'ragazzi', da quel momento dedicò interamente la propria vita a "vivere a tempo pieno “con” gli ultimi, i poveri , gli emarginati, per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo simile alla esperienza di Don Milani, lontano da ogni forma di coercizione."
Nessuna celebrazione del passato -da cui il Don si sarebbe certamente sottratto- ma un'attenzione costantemente proiettata sul presente per la costruzione di un futuro migliore.
Decine di musicisti, artisti e intrattenitori, provenienti dalla Liguria e non solo, che l'hanno conosciuto ed apprezzato, fino a decidere di portare qui la propria musica e la propria arte per una serata gratuita, aperta a tutti, ma il cui ricavato, che viene raccolto in un grande cuore rosso posto al lato del palco, sarà interamente devoluto alla 'sua' Comunità.
Alcuni dei brani sono stati appositamente scritti e interpretati con lui, altri in suo ricordo, altri ancora vengono eseguiti in suo onore.
Ad un certo punto, a sottolineare la grande vena ironica che il Gallo avrebbe sicuramente apprezzato, viene intonato un motivo popolare francese, 'Il gallo è morto', reso celebre in particolare dall'interpretazione dei Gufi: la canzone, già di per sè 'interculturale' per i passaggi maccheronici in svariate lingue, viene tradotta anche in genovese, a rimarcare un ricordo non formale e non consueto, che fa apprezzare ancor più le parole con cui il brano viene portato a conclusione: Don Gallo vive! Che viva Don Gallo!
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