DUCCIO DEMETRIO
LA VITA SI CERCA DENTRO
DI SE’ – Lessico
autobiografico
(Mimesis, Milano, 2017)
Presentazione a cura di
GIORGIO MACARIO
Qualsiasi scritto autobiografico, sia di scrittori di
professione che di scrittori per diletto e/o necessità esistenziale, è già
apprezzabile per il solo fatto di essere una testimonianza significativa del
proprio punto di vista individuale su di sè e sul mondo. Ma in una impresa
autobiografica autenticamente percorsa -ci dice Demetrio nell’introduzione al
suo scritto- “...è presente un quid
indispensabile: un’ulteriorità riflessiva sul senso e sulle motivazioni del
proprio aver scritto.”
Ed è la stessa storia autobiografica dell’autore, fra
ricerche universitarie, consulenze a gruppi e a singole persone mosse dal
desiderio autentico di raccontarsi e fondazione e sviluppo della Libera
Università dell’Autobiografia di Anghiari, a confermare il suo impegno
prioritario verso la scrittura di sè senza aspirazioni letterarie.
Il titolo del volume, ‘La vita si cerca dentro di sè’, preso
a prestito da un verso del poeta Mario Luzi, è “eletto a simbolo ed auspicio di
questo libro”, mentre altrettanto significativa appare la dedica del volume
agli autobiografi del carcere di Milano-Opera.
L’esordio è rivolto a rivalutare le ‘parole opache’, affinchè
il lavoro interiore di carattere autoanalitico possa aiutare ad apprezzare,
tramite la scrittura, anche un parziale diradamento della nebbia che le avvolge.
E’ infatti il viaggio percorso, più che l’arrivo alla vetta, ad essere
importante.
Ci sono poi tre interessanti ‘intermezzi’ che cadenzano altrettante
parti del libro: l’incontro dell’autore con le lettere dell’alfabeto
nell’infanzia; le scritture in cammino che condensano in poche pagine la
ritualità sacra e profana del camminare; la ricostruzione di un’esperienza
propedeutica di scrittura di sè che riassume il percorso iniziatico dei corsi
della Scuola anghiarese.
Delle tre parti principali del volume, la prima -pressochè
inedita- è centrata su diverse coordinate concettuali, con una attenzione
particolare al ruolo della scrittura autobiografica nella formazione della
persona e del cittadino. La seconda riguarda il lessico autobiografico, con le
parole scelte per l’arricchimento della cultura autobiografica dei lettori e
specificate nell’intento di renderle da ‘opache’ almeno un poco più
‘trasparenti’. La terza parte, infine, contiene otto brevi saggi su temi che completano
il percorso precedente con il fine di “ricostruire le basi epistemiche di una
cultura autobiografica.”
Demetrio, in conclusione, è riuscito a tematizzare e
sistematizzare una pluralità di materiali, consentendo diversi livelli di lettura. E’ possibile
infatti, fra l’altro e con successivi livelli di approfondimento, familiarizzare con l’ambiente autobiografico
seguendo un filo descrittivo-esperienziale; affinare una propria maturazione
interiore rintracciando le ‘parole opache’ che meglio risuonano con il proprio
percorso esistenziale; approfondire la ricerca personale muovendosi nel testo
in modo associativo, con particolare attenzione alle ‘parole che divengono
discorsi’.
Senza mai dimenticare -e l’autore ce lo ricorda ancora una
volta nell’epilogo, mentre dice addio per sempre alla sua storica ‘lettera 32’-
il bisogno di raccontarsi come costante della nostra esistenza. Un’attenzione
autobiografica che può anche aiutarci ad essere più sensibili ed aperti verso le
biografie altrui.
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