Stamane (29/1/2015) leggo che il Museo Luzzati, ignorato dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria, riesce ad essere invitato all’EXPO solo tramite le Cantine di Michele Chiarlo di Canelli (Asti) -con cui Lele aveva collaborato in vita- nell’area dedicata alla Regione Piemonte.
Ma per capire quanto sia poco lungimirante questa dimenticanza, e anche per onorare degnamente il ricordo di Lele nell’8° anniversario della sua scomparsa, mi impegno a rendervi parte, tramite materiali che abbiamo visionato durante i nostri incontri, di quanto la sua opera sia connessa (anche) al tema del cibo.
Ma per capire quanto sia poco lungimirante questa dimenticanza, e anche per onorare degnamente il ricordo di Lele nell’8° anniversario della sua scomparsa, mi impegno a rendervi parte, tramite materiali che abbiamo visionato durante i nostri incontri, di quanto la sua opera sia connessa (anche) al tema del cibo.
LELE LUZZATI e l’EXPO 2015 sul CIBO.
1- 1961, CHICHIBIO AND THE CRANE, by Giovanni Boccaccio, adapted and illustrated by Lele Luzzati, An Astor Book – Ivan Obolensky, Inc, New York.
1- 1961, CHICHIBIO AND THE CRANE, by Giovanni Boccaccio, adapted and illustrated by Lele Luzzati, An Astor Book – Ivan Obolensky, Inc, New York.
“…Now, it happened that the master of the house had invited a few of his friends to diner with him that evening…”
2. 1972, ITALO CALVINO, L’Uccell bel-verde e altre fiabe italiane, Einaudi, Torino.
“…Così ci si rimise a pranzo, con la Regina vestita da Regina a capo della tavola, e le due sorelle invidiose gialle in viso che parevano avere l’itterizia.” (da ‘L’Uccel bel-verde)
“…Così ci si rimise a pranzo, con la Regina vestita da Regina a capo della tavola, e le due sorelle invidiose gialle in viso che parevano avere l’itterizia.” (da ‘L’Uccel bel-verde)
3 – 1995, Massimo Montanari (disegni di Emanuele Luzzati), Il pentolino magico, Editori Laterza.
La storia del cibo e della tavola raccontata da Massimo Montanari e illustrata da Emanuele Luzzati.
“C’era una volta una ragazza povera, che viveva sola con la madre. Poichè non avevano più nulla da mangiare, andò a cercare il cibo nel bosco e incontrò una vecchia che le regalò un pentolino. Bastava che gli dicesse <Fa’ la pappa, pentolino!> e il pentolino cuoceva una pappa dolce di miglio, molto buona; e se diceva: <Fermati, pentolino!> il pentolino smetteva di fare la pappa. La ragazza lo portò a casa e la fame finì: adesso, lei e la madre potevano avere pappa dolce ogni volta che lo desideravano.”
4-1994, Bruno Damini, Le tavole del palcoscenico. Racconti d’attore tra fame e golosità, Fuori Thema (Copertina e 4° di copertina di Lele Luzzati).
Le confidenze di 59 tra attori e registi su fame e golosità.
“Pensate poi a quanto mangiano i miei re e le mie regine. Sembra che la loro unica preoccupazione sia quella di ingozzarsi, con una voracità che li porta quasi a sbranarsi a vicenda. Ma sono solo brandelli di carta colorata quelli che si strappano. Le mie favole hanno sempre un lieto fine.” (Lele Luzzati)
5- 1998, Elena Loewenthal, Buon appetito, Elia! - Manuale di cucina ebraica, Baldini e Castoldi.
“Questo…è un libro di cucina pensato non tanto per la massaia o, perchè no, per il massaio ebreo, quanto per l’ospite di turno. Incuriosito e solleticato, invogliato e magari dapprima respinto, dai sapori, gastronomici e non, del mondo ebraico.”
6- 1987, Silvio Torre, Su e giù per boschi tra vigne e oliveti. Alla ricerca del ristorante segreto, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Savona.
“E’ davvero superato l’assioma secondo cui a tavola non si invecchia? Nel senso, ovvio, dei piaceri di un banchetto dove emerga tutta la perizia dell’arte gastronomica e culinaria. Le scatolette, pur utili, le soste agli autogrill, talvolta necessarie, non condiscono a sufficienza la vita, così come alla lunga si diventa nevrotici mangiando soli.”
7-2003, (a cura di) Annamaria Coccioli – Anna Golinelli – Ingrid Scofone, La cucina del buonumore, De Ferrari.
“Noi, popolo dei golosi mai pentiti ma recidivi, siamo sempre stati saldi nelle nostra convinzione (ecco l’IDEA) che lo squisito piacere della tavola non si esaurisca nel breve attimo ma resti dentro di noi come sensazione duratura dei nostri affanni più nascosti.”
8 – 1994, Petrucci, Favole senza tempo, Francesco Pirella Editore
” Adesso piantiamo lì e andiamo a mangiare in quell’osteria là dove per il mio cappello c’è un trattamento speciale.”
9 – 1985, Lele Luzzati: figure incrociate, L’opera completa di un protagonista della grafica, La casa Usher.
“… io racconto come posso e come mi piace e confesso che mi diverto. Se poi riesco a comunicare anche col pubblico, a divertirlo, tanto meglio; se no…pazienza! L’importante è essere se stessi.”
10 – 1995, Petrucci, Cucina & Santi, Francesco Pirella Editore.
“Luogo privilegiato dell’immaginario materiale, il cibo appare il tramite dello scambio simbolico tra l’uomo e il mondo.(…) In una terra aspra e avara come la Liguria, le rare occasioni festive, nelle quali si consumavano cibi grassi come il maiale e ripieni come i ravioli, assumevano anche il significato utopico di celebrazione del Paese di Cuccagna, mito compensatorio alla fame dei poveri e dei contadini.”
11 – 1997, Elena Loewental, Un’aringa in paradiso. Enciclopedia della risata ebraica, Baldini e Castoldi
“Qual’è la differenza fra un ristorante ebraico e uno che non lo è? Semplice, in un ristorante qualunque si sente la gente conversare e la si vede mangiare. In uno ebraico la si sente mangiare e la si vede conversare.”
12 – 1993, Tonico Conte, I tre grassoni, Editori Riuniti.
“Ora, come è giusto, Grano, Carbone e Ferro – i ricchi mangioni – sono in gabbia e ruggiscono come bestie feroci, ma non fanno più paura a nessuno.”
E qui termina l’incontro tra Lele Luzzati e l’EXPO sul CIBO del 2015!
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