Una
strada è una strada.
Un
fiume è un fiume.
Tutto
procede correttamente quando l’ordine delle cose viene rispettato.
Ma
quando i fiumi vengono ricoperti di strade imbrigliandoli entro tortuosi
percorsi sotterranei, prima o poi, inevitabilmente,
le
strade si trasformano in fiumi che proiettano oltre le loro acque torbide,
seminando morte e distruzione.
Vengono
così ingoiati, ad un tempo, manufatti inanimati e vite umane, perse per sempre.
Questo,
in sintesi, l’antefatto di un mesto quattro novembre a Genova:
una
città allertata sì, ma non abbastanza;
allagata
anche, in abbondanza;
annegata
pure, sei volte di troppo.
Al
frastuono dell’onda di piena che deborda, delle lamiere accartocciate che
stridono, delle grida laceranti che annichiliscono,
subentra
il silenzio irreale delle strade deserte, della gente chiusa in casa,
dell’acqua che ricopre gran parte del paesaggio consueto.
Ma c’è
anche un altro silenzio possibile.
E’ il
silenzio delle imprese memorabili.
Imprese
che non nascono per gli onori della cronaca e quand’anche vi giungano, non ne
dipendono.
Un
vicino che strappa ad una morte orribile in uno scantinato due persone e si
cruccia di non aver potuto fare di più.
Una
mamma che salva la figlia prima di cedere alla furia degli elementi.
Una
giovane che organizza una pagina face book e, aiutata da pochi amici, indirizza
in maniera efficace migliaia di volontari.
Un
cittadino qualsiasi che si mette al servizio degli altri svolgendo una piccola
e semplice funzione, come distribuire migliaia di caffè, consentendo ad
altrettante persone di provare un po’ di conforto e di moltiplicare gli sforzi.
Sono
silenzi edificanti di imprese memorabili che parlano al cuore più che alla
mente, ed incarnano la speranza di un qualche futuro per l’umanità.
Ci
vorrebbero un po’ più di questi silenzi vitali al posto delle troppe parole
assordanti che, purtroppo, sono state sparse a piene mani come sale sulle
ferite della Terra.
Così scrivevo meno di tre anni fa all'indomani del 4 novembre 2011.
Oggi è il 10 ottobre 2014 e Genova si ritrova incredibilmente nella stessa identica situazione.
Apprendere dall'esperienza, più che difficile, sembra quasi impossibile.
Speriamo che almeno il 'silenzio delle imprese memorabili' possa ripetersi restituendoci un po' di umanità.
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