giovedì 14 agosto 2014

‘LA SPERANZA NON E' IN VENDITA’ (versione estesa)

Festival dell’Autobiografia 2014


      
La versione ridotta di questo post è stata pubblicata su La Repubblica-Il Lavoro del 14 agosto 2014.
Questa versione, un po' più estesa, comprende anche alcune osservazioni tratte dalle presentazioni dei volumi di Luigi Ciotti ('La speranza non è in vendita'), di Caterina Chinnici ('E' così lieve il tuo bacio sulla fronte') e di Gigi Proietti ('Tutto sommato. Qualcosa mi ricordo') che sono rintracciabili sia su questo sito (www.macariogiorgio.it), sia sul sito della Libera Università dell'Autobiografia (www.lua.it). 

                                                                                                                


Quattro anni fa Don Andrea Gallo, dopo l’uscita nel 2007 del suo ‘Angelicamente Anarchico. Autobiografia’ era ad Anghiari a ritirare il Premio nazionale per l’autobiografia 2010.
Gli amici della Libera Università dell’Autobiografia e le decine di cittadini anghiaresi che hanno partecipato all’evento, lo ricordano ancora come uno degli incontri più intensi e partecipati che si sono svolti nel borgo medioevale che domina la Piana della Battaglia.
Credo che uno dei motivi principali all’origine dell’entusiasmo suscitato dal Don, al di là della sua indubbia capacità di parlare direttamente al cuore della gente, fosse legato al fatto che la sua storia di vita non era separabile in alcun modo dalle vite pulsanti dei suoi ‘ragazzi’ della Comunità di San Benedetto al Porto, fondata più di quarant’anni fa.
Il ricordo di quei giorni intensi è connesso all’evento Festival dell’Autobiografia che anche quest’anno si svolgerà sempre ad Anghiari dall’11 al 14 settembre; accanto a più di sessanta ospiti noti e meno noti, autori di autobiografie e di biografie, protagonisti di storie di vita, scritture e racconti, ci saranno infatti tre presenze che sono sicuro sarebbero piaciute a Don Gallo.
La prima è quella di Don Luigi Ciotti (venerdì 12) che è stato ed è ancora, sicuramente, una delle figure a lui più simili e più vicine. Il Gruppo Abele, infatti, da lui fondato, raggiungerà il prossimo anno i cinquant’anni di vita e la costante opera di sensibilizzazione e di promozione di una nuova socialità svolta da Don Ciotti ha dato vita, come in una gemmazione infinita, ad un numero impressionante di iniziative che mobilitano persone e coscienze, creando sigle, organizzazioni e raggruppamenti che spaziano in quasi tutti i campi dell’impegno sociale. Basterebbe citare Animazione Sociale, le Edizioni Gruppo Abele, Narcomafie, l’Università della Strada, Certosa 1515, ma anche le ‘organizzazioni di organizzazioni’ come Libera –Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e il C.N.C.A., per avere solo un quadro parziale della galassia di iniziative da lui animate o ispirate.
Il suo ultimo scritto “La speranza non è in vendita” sarà al centro di un incontro e sarà presentato da Duccio Demetrio. Si tratta di un inno all’impegno scandito da tre parole: corresponsabilità, per vivere in modo generoso il proprio ruolo di cittadini; continuità, per trasformare l’indignazione passeggera in sentimento stabile che nutre e si lascia nutrire dall’azione; condivisione, nella certezza che da soli non andiamo da nessuna parte. D’altronde già l’incipit del volume lascia pochi dubbi sulla direzione di impegno a tutto campo che Don Ciotti ha sempre inteso imprimere ai suoi pensieri: “Finchè c’è vita c’è speranza.” Ma, dice subito dopo, “Non c’è speranza, senza speranza di giustizia.”
Ed è proprio sul tema delle Mafie – non dimentichiamo infatti che solo pochi anni fa Don Gallo e Don Ciotti presentavano insieme il ‘Distretto della Legalità’ in centro storico a Genova- che Don Ciotti dice: “Presenti da più di un secolo, le mafie hanno trovato inedite sponde nella ‘società dell’io’ e del narcisismo, nel suo diffuso analfabetismo etico. Solo costruendo una ‘società del noi’ (…) possiamo sperare davvero di voltare pagina.”
A questo tema si lega la seconda presenza al Festival, quella di Caterina Chinnici (sabato 13). Il libro di cui parlerà, e che introdurrò personalmente, si intitola “E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte” ed è una intensa biografia sulla vita del padre, Rocco Chinnici, barbaramente ucciso da una auto imbottita di tritolo 31 anni fa; ma è anche, per molti aspetti, una delicata autobiografia che parla della  infanzia felice della figlia, della scelta di entrare a sua volta in magistratura e delle indubbie gravosità (“Ero e sono sorvegliata 24 ore al giorno”) seguite al dramma dell’attentato, ma non disgiunte dalle molte gioie familiari e soddisfazioni professionali.
Si tratta infatti di uno scritto molto particolare e intenso, perché solo una figlia poteva parlare con un tale garbo del proprio padre. Ma, d’altra parte, solo un magistrato poteva descrivere in modo così limpido i tratti di elevata competenza e di profonda umanità di un altro magistrato, suo mentore. Ed infine, solo una donna coraggiosa poteva condensare una tale eredità in un volume al contempo pesante come un macigno e leggero come una piuma.
Infine, la terza presenza di rilievo al Festival rappresenta un motivo di leggerezza, unita ad una buona dose di simpatia e ad una carica di ironia non facilmente eguagliabile.
E’ infatti Gigi Proietti che riceverà (domenica 14) il Premio Città dell’Autobiografia 2014. Folgorante già l’incipit della sua autobiografia-non autobiografica: “Un’autobiografia? Io? Tutt’al più quattro chiacchiere sul passato, sperando che a qualcuno interessi. Riordinare l’album dei ricordi è un lavoraccio infame.” E più oltre: “No, un’autobiografia proprio no.”
Si potrebbe obbiettare, cosa c’entra con Don Gallo? Dubbio subito fugato dalla descrizione che lo stesso Proietti fa di uno dei principali progetti che vorrebbe realizzare nel prossimo futuro.
“Vorrei fare ancora tanti spettacoli. Ne ho in mente uno intitolato ‘Cartoni animati’, incentrato sui barboni, le persone che vivono per strada, perché dentro a quegli involti, quei cartonacci, c’è gente che dorme e che, forse, ancora sogna, ci sono dentro la poesia e il dramma della vita.
E’ a questo punto che si comprende meglio quanto l’essere un po’ restio ad usare il termine ‘autobiografia’ sia profondamente connesso ad una sensibilità biografica ed una particolare attenzione alla qualità della vita degli altri.
Si, credo proprio che la presenza in spirito di Don Gallo riecheggerà forte al prossimo Festival.

 di Giorgio Macario *


*Psicologo e formatore, membro del Comitato Direttivo della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.

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