domenica 28 luglio 2013

Santo subito, forse. Vivo e vegeto, senz’altro.

Non fosse che i suoi estimatori molto spesso non appartengono a Santa Madre Chiesa, il grido ‘Santo subito!’ sarebbe talmente potente da far tremare  le stesse fondamenta di San Pietro.
La realtà è comunque questa: i miracoli di Don Gallo si stanno moltiplicando. Non abbiamo fatto in tempo a metabolizzare il fatto che sia riuscito a far ridere sonoramente e gesticolare sul palco allestito per il suo 85° compleanno il serio e compassato Sindaco della città di Genova  Marco Doria, che dobbiamo registrare l’uscita di un libro per molti versi profetico.
Uno dei tanti si potrebbe dire, e non è così.
Postumo si potrebbe ancora affermare, ed in realtà neanche questo è vero poiché i brani in esso contenuti ce lo restituiscono ‘Vivo e vegeto’, così come recita il titolo.
Meno di una decina di pagine il testo inedito del Don ‘Restiamo umani’, che oltre a tratteggiare la centralità della persona nella Comunità, enfatizza alcuni principi cardine della metodologia di aiuto concretamente applicata nel lavoro di tutti i giorni: cercare sempre ciò che unisce e mettere in secondo piano ciò che divide; considerare la Comunità in continuo movimento per la costruzione di una ‘Nuova Società’; liberare dal disagio passando dalla solitudine alla festa. Perché “Il Male grida, ma la Speranza grida ancora più forte!”, ci dice Don Gallo rivendicando una prospettiva di società e di cultura radicalmente alternativa.
Ciò che viene dopo, a partire dal saluto di Vauro con 4 vignette tenere e graffianti ad un tempo a lui dedicate ed intitolate ‘Ciao, compagno don’, è un condensato di considerazioni, riflessioni e saluti appassionati provenienti da un mondo di persone a lui care.
Alcuni fra i più ‘interni’ infatti tratteggiano quanto efficacemente lo stesso Don Gallo non era solito esplicitare perché abituato a tenere un registro molto più discorsivo da un lato, o non avrebbe potuto farlo perché scrivere dopo il proprio funerale non è umanamente possibile.
Nel primo caso infatti Alberto Folli tenta una veloce sistematizzazione di come la “trama teorico-pratica di un approccio all’altro, nel contesto comunitario” diventi pedagogia, elencando alcune fra le personalità che incarnano i riferimenti culturali principali del ‘Don Gallo pensiero’: oltre al Vangelo, Dietrich Bonhoeffer, Don Milani, Emmanuel Mounier, Paulo Freire, Thomas Szasz e Franco Basaglia.
Nel secondo, Simona Orlando e la Comunità, riportano un diario che documenta i giorni che vanno dalla scomparsa del Don (il 22 maggio scorso) al giorno (il 25 maggio) dei suoi tre funerali:  quello intimo (la Comunità che gli parla, stretta nella notte alle sue spoglie terrene), quello istituzionale (la comunità ecclesiale nella ‘sua’ chiesa del Carmine, che segue partecipe e poi protesta clamorosamente) e infine quello laico (con il Sindaco Doria e l’amico Moni Ovadia che parlano di dolore ma non di tristezza).
Tutti gli altri, dai più universalmente noti (Moni Ovadia da un lato: “Noi oggi congediamo un giusto”. “Siamo stati tremendamente fortunati ad averlo frequentato.”; Don Luigi Ciotti dall’altro: “E se incontrate qualcuno che ha capito tutto, a nome di Don Gallo e mio salutatelo, ma poi per favore, cambiate strada!”) ai più prossimi a lui per le vicende della vita (Carla Peirolero per aver calcato con lui negli ultimi anni i palcoscenici di tante parti d’Italia; le compagne e i compagni di Frascaro cui il Don ha insegnato come ‘dare a perdere’; Tommaso Giani, ‘compagno di strada’ in Comunità, e così via) tratteggiano le multiformi doti del Don che sta raccogliendo i frutti che ha saputo seminare.
Ecco perché Don Andrea Gallo non esce da questo libro celebrato e subito dimenticato, ma “vivo e vegeto, bello pimpante. Oggi come sempre.”




Autore: Don Andrea Gallo-Vauro-Moni Ovadia-Don Ciotti e altri
Titolo: VIVO E VEGETO
Edito da: PIEMME ora
Luogo di pubblicazione: Milano
Anno di pubblicazione: 2013
Costo: Euro 12,00

(Diritti d’autore interamente devoluti alla Comunità di San Benedetto al Porto di Don Gallo)

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