martedì 20 febbraio 2018

L'ESERCITO COMBATTE - Guerra di Liberazione

L'ESERCITO COMBATTE


(In 'Guerra di Liberazione', Edito a cura del Ministero dell'Italia occupata - gennaio 1945)

Dopo l'8 settembre, i reparti italiani che non dovettero soccombere alla sorpresa, resistettero al nemico sino al sacrificio supremo e con ostinato eroismo, spesso opponendo il vecchio 91 alle mitragliatrici e ai carri armati tedeschi. Una volta cessata la resistenza, molti furono i soldati che si ritirarono sulle montagne ove proseguirono la latta, costituendo i primi nuclei delle bande partigiane

In altre località, ove non si trovavano tedeschi, i reparti italiani, anziché incrociare le braccia, si unirono immediatamente alle truppe anglo-americane appena sbarcate e con esse avanzarono e presero contatto con il nemico, prima della dichiarazione di guerra, solo seguendo un impulso generoso.

Le nostre truppe della Sardegna, come pure quelle della Corsica, rafforzate queste da patrioti e truppe francesi, combatterono validamente scacciando i tedeschi.

In Balcania, sole o affiancate ai partigiani, nostre unità, meglio armate delle poche rimaste in Patria, ma prive di rifornimenti e in condizioni spesso tragiche, hanno affrontato una lotta impari.
Nell'Italia libera -senza armamento adeguato, né mezzi di trasporto, né magazzini- fu subito intrapreso l'imponente lavoro della riorganizzazione dell'Esercito,  scompaginato dall'aggressione tedesca e dalla paralisi dei mezzi di comunicazione.

Il 27 settembre 1943 nasce il Corpo Italiano di Liberazione.
Monte Lungo, Monte Marrone, San Biagio, Picinasco, San Donato, Opi, Alfedena, Orsogna, Guardiagrele, Chieti, Teramo, L'Aquila, Ascoli, Macerata, Filottrano, sono le tappe gloriose del C.I.L. che a piedi gareggiò con le unità motorizzate.

Sciolto il vecchio C.I.L., oggi l'Armata Nazionale è agguerrita e salda, pronta ad ogni prova: di già sei divisioni sono in linea; altre ben presto le raggiungeranno.

Il contributo del risorto esercito italiano alla causa antitedesca è ragguardevole sul fronte di combattimento e su quello del lavoro; esso verrà potenziato giorno per giorno sino all'annientamento del secolare nemico.
Nei nostri cuori sfolgora, più che mai oggi, la speranza della vittoria suprema e della resurrezione della Patria.

                                                                         * * *

Il contributo alla guerra di liberazione del nostro Esercito non si esaurisce col sangue versato dai reparti combattenti; le truppe ausiliarie italiane infatti concorrono con tenace spirito di abnegazione, e spesso col sacrificio supremo, alla rinascita della Patria.

Fin dall'inizio, subito dopo l'armistizio, questo concorso apparve naturale e spontaneo e ben presto era destinato ad accrescersi in misura rilevante e sistematica, com'è dimostrato dal quadro delle unità ausiliarie impiegate nel periodo ottobre 1943 - settembre 1944:
ottobre...........55.000
novembre........88.000
dicembre.........94.000
gennaio...........87.000
febbraio..........82.000
marzo.............97.000
aprile............110.000
maggio..........124.000
luglio............160.000
agosto...........164.000
settembre......164.000

Come si vede, nel volgere di dodici mesi l'entità delle truppe ausiliarie è triplicata; il che testimonia dell'importanza crescente dagli alleati alla cooperazione delle nostre truppe.

Per effetto di tale cooperazione, molti settori del complesso fronte bellico sono affidati interamente a soldati italiani. Reparti di artiglieria contraerea e costiera, di polizia militare, di salmerie per i rifornimenti alle prime linee, autieri, carristi, mascheratori, nebbiogeni, movieri, posacavi, radiocontrollo, forestali, ecc. collaborano con le armate alleate, per una comune vittoria. (@G.M.)

Didascalia foto 1: 'Truppe italiane su Monte Lungo'.
Didascalia foto 2: 'Sabatino Di Donati, orfano di guerra, soldatino di 13 anni, mascotte di un reparto del C.I.L.
Didascalia foto 3: 'Carri armati italiani all'attacco.'
Didascalia foto 4: 'Batteria italiana in azione.'






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