mercoledì 26 ottobre 2016

DYLAN DOG e TIZIANO SCLAVI - Una storia autobiografica 'dopo un lungo silenzio'

DYLAN DOG e TIZIANO SCLAVI 
 Una storia autobiografica 'dopo un lungo silenzio'

                                                                                    di Giorgio Macario


Sarà che sono sensibile sull’argomento per aver coordinato il mese scorso a Genova l’incontro per la Giornata mondiale di prevenzione del suicidio, dedicato in particolare ai giovani e organizzato proprio da un coordinamento di gruppi per l’Auto-Mutuo-Aiuto, ma aver appreso della presentazione nei prossimi giorni a Lucca Comics di una storia autobiografica scritta, dopo 10 anni di silenzio, da Tiziano Sclavi creatore dell’indagatore dell’incubo Dylan Dog, e che la spinta principale a farlo è stata una sorta di debito di riconoscenza verso gli Alcolisti Anonimi, mi ha molto colpito.

Gli Alcolisti Anonimi sono infatti all’origine della diffusione in tutto il mondo e per qualsiasi tipo di dipendenza, dei gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto, che non sono più, ai giorni nostri, piccole enclave autoreferenziali e un po’ naif, ma rappresentano strumenti di intervento per il benessere sociale che in molti casi si affiancano e sono raccordati con gli stessi gruppi di sostegno e di cura condotti da professionisti. Si tratta di una apertura e coesistenza che ho avuto modo di verificare in molti anni di formazione per gli operatori delle adozioni internazionali, per i quali sono anche stati organizzati seminari appositi in tema proprio sui gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto e su quelli a conduzione professionale.

Ma ritornando al nostro autore, il suo romanzo autobiografico più conosciuto è del 1998 e si intitola ‘Non è successo niente’. Tanto per comprendere come non sia semplice il rapporto dell’autore con le sue produzioni, lui stesso afferma in una recente intervista (La Repubblica, 25.10.2016): “Un tempo quel romanzo per me è stato importante, adesso vorrei che venisse bruciato.” E dopo circa 10 anni di ritiro dalla scrittura ecco scaturire una sceneggiatura di Dylan Dog intitolata non a caso ‘Dopo un lungo silenzio’.

Vi si parla di fantasmi non tanto come presenze terrificanti, quanto come ‘assenze’, e Tiziano Sclavi confessa che, come accade spesso alle persone di una certa età, parla tutte le sere con i propri fantasmi.

Ed a questo tema si connettono strettamente altri due temi, l’alcolismo da un lato e il silenzio dall’altro. Tiziano Sclavi parte in entrambi i casi dal suo vissuto personale. Nel primo caso, per quanto riguarda l’alcolismo affida a questa testimonianza il suo amore e la sua gratitudine per gli Alcolisti Anonimi che lo hanno aiutato a non bere nell’ultimo trentennio, a parte un’unica ‘scivolata’. Nel secondo, il silenzio può ondeggiare fra una ‘solitudine assordante’, provata in passato, e una pace di riposo come quella del bosco in cui abita attualmente. Ma nella storia appena pubblicata rappresenta la “disperazione che può risolversi solo con la morte”.

Sperando che l’ottimismo del lungo percorso di cura e di vita supportato dal sostegno di gruppo possa concedere a Tiziano Sclavi, ed al suo personaggio Dylan Dog, orizzonti meno cupi.

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