venerdì 8 dicembre 2017

MEMORIE GALANTI DEL SETTECENTO (C. Gozzi - L. Da Ponte - G. Casanova)

MEMORIE GALANTI DEL SETTECENTO
DI CARLO GOZZI, LORENZO DA PONTE E GIACOMO CASANOVA


Tra memorialistica autobiografica settecentesca e romantica introspezione dell'io, in un volume stampato in 2.000 copie numerate (copia n. 1429) nel 1945 nelle Officine Grafiche Carlo Ferrari per conto delle Edizioni Ateneo in Venezia.


(dalla prefazione di Bruno Brunelli)


"Carlo Gozzi, Giacomo Casanova, Lorenzo Da Ponte, tre fra i non molti nostri memorialisti, del Settecento, hanno dedicato buona parte delle loro pagine alla narrazione delle esperienze d'amore. (Il lettore pensa subito al Casanova, che in fatto di tali esperienze gode ancora e godrà sempre una fama per cui egli viene considerato il prototipo dell'esperto seduttore). Diversi sono i caratteri dei tre autobiografi: diversissime le reazioni a quel sentimento che in ogni secolo, ma specialmente in quello dei 'lumi', muoveva le azioni degli uomini."


"Carlo Gozzi ha relegato in fine alle 'Memorie inutili pubblicate per umiltà' la narrazione delle sue avventure amorose giovanili. Scriveva a 60 anni, quando l'esperienza era ben matura (...) Se nelle 'Memorie inutili' egli cerca infatti di migliorare il proprio ritratto morale e talora attenua le proprie colpe, qui egli non appare indulgente per se stesso e confessa la sua dabbenaggine, giustificata dall'inesperta giovinezza (...)".


"Le pagine erotiche dei 'Memoires' non sono quelle che hanno elevato a valore di storia la narrazione autobiografica di Giacomo Casanova, controllata dagli studiosi mercè documenti, carteggi, testimonianze di contemporanei. (...) Ma non nè escluso che si possa raggiungere qualche prova anche intorno a quanto parve vanteria di Don Giovanni: per esempio intorno all'episodio della Charpillon, uno dei più interessanti perchè, pur essendo uno dei più appassionati, mancò di quella soluzione che, presto o tardi, era nelle abitudini dell'avventuriero. (...)"


"Lorenzo da Ponte, il librettista di Mozart, fu forse, dei tre memorialisti, il meno sincero e, confessiamolo, il meno simpatico: egli nasconde o tace quanto non gradisce si sappia, a cominciare dalle ragioni del suo abbandono di venezia nel 1779. Il capitolo qui riprodotto dalle 'Memorie' del Da Ponte va collocato fra il 1773 e il '74. (...) nell'autunno '73 egli proveniva dal seminario di Portogruaro, dove aveva conseguito gli ordini maggiori. Non se n'era troppo preoccupato perchè, giunto a Venezia, egli dimentica completamente la sua condizione di ecclesiastico. (...) Una delle avventure più curiose del Da Ponte sarà quella estrema: al suo trasporto funebre a New York nel 1838 uno dei cordoni del suo carro sarà retto da Pietro Maroncelli, il purissimo martire dello Spielberg."


"Ed è appunto questo sapore di inatteso, frequente a ogni svolta della loro vita, che costituisce il fascino delle vite di questi avventurieri del Settecento, in tutti gli episodi da loro vissuti, e prima di tutto in quelli d'amore."

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