lunedì 10 luglio 2017

ZEROCALCARE al CINE&COMIC FEST di Genova



DISEGNARE IL FEMMINILE


Conversazione con Michele Rech (Zerocalcare) e Roberto Recchioni
CINE&COMIC FEST - Museo Luzzati – Genova, 8 luglio 2017



L’appuntamento per questa conversazione è alle 17. Arriviamo puntuali ma nella sala del Museo Luzzati non entra più neanche uno spillo. E se Roberto Recchioni non è certo uno sconosciuto (basterebbero i ruoli di sceneggiatore e curatore di DYLAN DOG E ORFANI), non c’è dubbio che Zerocalcare è ormai un attrattore ‘a prescindere’.


Ma l’iniziativa odierna ha una sua specificità aggiuntiva. Non si tratta infatti di una delle ormai frequenti pubblicazioni di volumi a fumetti da lui curati o di una iniziativa corale come quella realizzata disegnando tavole da mettere all'asta, esattamente un anno fa sempre qui in città in occasione dei 15 anni dal G8 di Genova, bensì di una chiacchierata su ‘disegnare al femminile’, che prende spunto dalla contemporanea mostra del Museo su ‘DONNE BAMBINE FATE REGINE. Il femminile disegnato da Emanuele Luzzati’.


Mentre ascolto l’avvio della discussione il mio pensiero mi porta ad una prima digressione: mi viene in mente il principale personaggio italiano al femminile nei fumetti, e cioè JULIA di Giancarlo Berardi, e penso che l’avrei visto bene associato a questa iniziativa. Anche se so che si tratta di un pensiero ‘partigiano’, perchè lo seguo fin dalla creazione di Ken Parker e solo pochi mesi fa realizzavamo con lui, nell’ambito delle iniziative della Libera Università dell’Autobiografia, l’incontro su ‘Criminologia a fumetti’.


Ma subito riprendo a seguire il filo del discorso, con Laura Guglielmi, unica interlocutrice femminile fra molti maschi, che a Recchioni cita l’irriducibilità fra maschile e femminile letta nei suoi personaggi (fra UOMO-SCIENZA-RAZIONALITA’da un lato e DONNA-MAGIA-IRRAZIONALITA’ dall’altro), mentre a Zerocalcare riconosce una narrazione più marcatamente autobiografica con l’emergere di rapporti più spontanei con le donne, amiche, compagne di giochi e, quindi, personaggi presenti nella vita di tutti i giorni.


Sono le osservazioni semplici ed essenziali di Michele Rech a rimanermi più impresse nella memoria: cita una regola che si è autoimposto, e cioè di mettere in bocca a personaggi femminili cose che ha veramente ascoltato nella realtà; accenna al fatto che non ha avuto specifiche censure  nel costruire la propria narrazione anche dei personaggi femminili, ma certamente ha dovuto tenere conto di quanto era opportuno rivelare o meno in particolare relativamente a scenari delicati come quelli di guerre in corso; confessa la sua ossessione del cercare di rendere omaggio nel migliore dei modi in particolare alla sua vecchia amica Camille, rappresentata nel suo primo libro ‘La profezia dell’Armadillo’, e che rispetto non solo a lei  ma alle persone che ha disegnato, a furia di parlarne, sente di perderne progressivamente memoria; di essere, quindi, in grande imbarazzo, non solo rispetto all’universo femminile che, comunque, non considera contrapposto a sè, bensì rispetto “a tutto quello che non sono io, in genere”. 



Concludendo poi di provare orrore per gli stereotipi in genere e di andare quindi alla ricerca di espedienti narrativi che lo aiutino ad evitarli, come nel caso di una sua amica lasciata dopo pochissimo da quello che lei considerava un possibile compagno di tutta la vita, che nel disegnarla ha trasformato in una analoga situazione in cui però era l’uomo ad essere lasciato.
Zerocalcare in sintesi? Una persona sensibile e gentile. Che sento in sintonia, dal vivo e nelle sue narrazioni,  per il prevalere di un ‘codice materno’ che gli permette di cogliere aspetti essenziali che i più trascurano.




Non distante dalla figura di Lele Luzzati, nella cui ‘casa’ l’evento è stato ospitato, e che durante la conversazione sono andato a ‘salutare’ nella stanza del Museo dove le sue produzioni e animazioni vengono proiettate in continuazione.  Due persone che hanno contribuito e contribuiscono a rendere migliore questo mondo e che stimo profondamente. 

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