venerdì 10 ottobre 2014

GENOVA-Istruzioni per l'uso: sostituire 4 novembre con 10 ottobre

Una strada è una strada.
Un fiume è un fiume.
Tutto procede correttamente quando l’ordine delle cose viene rispettato.
Ma quando i fiumi vengono ricoperti di strade imbrigliandoli entro tortuosi percorsi sotterranei, prima o poi, inevitabilmente,
le strade si trasformano in fiumi che proiettano oltre le loro acque torbide, seminando morte e distruzione.
Vengono così ingoiati, ad un tempo, manufatti inanimati e vite umane, perse per sempre.

Questo, in sintesi, l’antefatto di un mesto quattro novembre a Genova:
una città allertata sì, ma non abbastanza;
allagata anche, in abbondanza;
annegata pure, sei volte di troppo.

Al frastuono dell’onda di piena che deborda, delle lamiere accartocciate che stridono, delle grida laceranti che annichiliscono,
subentra il silenzio irreale delle strade deserte, della gente chiusa in casa, dell’acqua che ricopre gran parte del paesaggio consueto.

Ma c’è anche un altro silenzio possibile.
E’ il silenzio delle imprese memorabili.
Imprese che non nascono per gli onori della cronaca e quand’anche vi giungano, non ne dipendono.
Un vicino che strappa ad una morte orribile in uno scantinato due persone e si cruccia di non aver potuto fare di più.
Una mamma che salva la figlia prima di cedere alla furia degli elementi.
Una giovane che organizza una pagina face book e, aiutata da pochi amici, indirizza in maniera efficace migliaia di volontari.
Un cittadino qualsiasi che si mette al servizio degli altri svolgendo una piccola e semplice funzione, come distribuire migliaia di caffè, consentendo ad altrettante persone di provare un po’ di conforto e di moltiplicare gli sforzi.
Sono silenzi edificanti di imprese memorabili che parlano al cuore più che alla mente, ed incarnano la speranza di un qualche futuro per l’umanità.


Ci vorrebbero un po’ più di questi silenzi vitali al posto delle troppe parole assordanti che, purtroppo, sono state sparse a piene mani come sale sulle ferite della Terra.

Così scrivevo meno di tre anni fa all'indomani del 4 novembre 2011. 
Oggi è il 10 ottobre 2014 e Genova si ritrova incredibilmente nella stessa identica situazione. 
Apprendere dall'esperienza, più che difficile, sembra quasi impossibile.
Speriamo che almeno il 'silenzio delle imprese memorabili' possa ripetersi restituendoci un po' di umanità.

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