mercoledì 24 dicembre 2014

IMPRESSIONI AUTOBIOGRAFICHE DAL FESTIVAL DELL'AUTOBIOGRAFIA 2014



Portare a sintesi le tre giornate del 4° Festival dell’Autobiografia organizzato dalla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari nel secondo fine settimana di settembre– ma gli incontri nazionali, i simposi scientifici e i Cantieri della Libera si succedono fin dalla fondazione 17 anni fa- è compito arduo, poiché si sa che le elencazioni tendono ad annoiare.
Mi limiterò quindi, per dovere di cronaca, ad un breve riferimento agli oltre settanta ospiti, più o meno conosciuti –per fare un solo esempio c’era l’ex capo-dipartimento della giustizia minorile, ma c’erano anche alcuni detenuti del carcere di Opera in permesso- ed alle tre/quattrocento persone che hanno partecipato agli eventi dislocati in tutta la cittadina di Anghiari.
Ed ancora concentrerò in poche righe la pluralità di esperienze di chi è giunto ad Anghiari per affermare il valore e il diritto di avere una storia personale e di poterla raccontare. Esperienze in carcere, in medicina, nel lavoro sociale, nelle dipendenze, nella dimensione della terza età; ed ancora storie di cura, storie di migranti, storie della terra, storie di lavoro; un Premio per una grande personalità dello spettacolo e un Premio per valorizzare giovani ricercatori che la memoria e la scrittura esplorano e approfondiscono; un leggio al quale chiunque può accedere per narrare a voce alta una parte della propria storia.
Ci si potrebbe limitare a questo, ma il filo autobiografico che mi ha consentito di prendere parte in prima persona al Festival riguarda almeno tre diverse tipologie di contributi.
La prima riguarda tre grandi personalità del panorama nazionale: Don Luigi Ciotti, che ha incantato la platea con la semplicità ed il fervore del suo racconto autobiografico (largamente sconosciuto, cfr: http://giorgiomacario.blogspot.it/2014/09/don-luigi-ciotti-dallio-al-noi.html ); Caterina Chinnici, che ho avuto l’onore di intervistare e che ha restituito alla figura del padre Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia, la sua rettitudine ma anche la sua profonda umanità; infine Gigi Proietti, che ha intrattenuto con la consueta maestria le centinaia di persone presenti in piazza e accogliendo dalle mani del fondatore della LUA, Duccio Demetrio, il Premio Città dell’Autobiografia 2014, ha ricordato con modestia l’incipit della sua autobiografia ‘Tutto sommato’: “Un’autobiografia? Io? Tutt’al più quattro chiacchiere sul passato, sperando che a qualcuno interessi.”
Il secondo momento significativo, collocato nello spazio ‘Aperitivo con le storie’ e decentrato in diversi spazi del borgo, è consistito nel condurre un incontro su storie di LifeLong Learning, alla presenza di diverse sociologhe autrici del testo ‘Imparare, sbagliare, vivere. Storie di Lifelong Learning’ (Laura Balbo la curatrice) e dell’autore di un interessante testo sui ‘Drop-out’ (Federico Batini, direttore della rivista LLL – Lifelong Lifewide Learning). L’esplicitazione di diverse possibili chiavi di lettura dei testi presentati –dal valore dell’imparare e del disimparare, alla costruzione delle domande più che la ricerca di risposte, dalle esemplificazioni pratiche accanto agli apporti teorici, alle contaminazioni interdisciplinari- ha consentito un vivace confronto insidiando lo stesso orario della incipiente cena.
Il terzo avvenimento, cui ho assistito da semplice ascoltatore, ha riguardato l’autobiografia in carcere, che negli ultimi tempi ho potuto seguire e raccontare in due brevi ma significativi scritti: il primo sula visione del filmato ‘Levarsi la cispa dagli occhi’ ( http://giorgiomacario.blogspot.it/2013/09/festival-nazionale-dellautobiografia.html ) ed il secondo sull’esperienza nel carcere di Timisoara al recente II Congresso Mondiale sulla Resilienza in Romania (http://giorgiomacario.blogspot.it/2014/05/la-filarmonica-di-timisoara-e-il.html ). Dopo l’esposizione delle esperienze di laboratori autobiografici realizzati nel carcere di Bologna e il racconto partecipe di una detenuta del carcere di Verona ammessa al lavoro esterno grazie all’art. 21, sono stati un gruppo di detenuti ed ex detenuti del carcere di Opera che hanno catturato l’attenzione di tutti i presenti leggendo alcuni dei loro scritti appena pubblicati nel testo ‘Chiudendo gli occhi…Antologia sul sogno’. Veramente emozionante ascoltare le loro riflessioni poetiche che riescono ad evadere dalle alte mura del carcere.
E qui mi fermo, perché ciascuno è chiamato a sviluppare il proprio ‘filo autobiografico’, e lo può fare  solo…partecipando. Magari alla prossima edizione del Festival, nel settembre 2015.

(Articolo pubblicato sul n. 4 - dicembre 2014 di "Psicologi e Psicologia in Liguria - Edizione Flash", supplemento al Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria, pag. 3)

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